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Primo quarto - L'Endocrinologia sistemica - gli ormoni e i loro input.
La corticale del surrene: il cortisolo. Riassumere in poche righe i
concetti dinamici dell'azione di tale molecola credo sia un'impresa
alquanto ardua. Il cortisolo è un ormone incredibilmente sofisticato e
indispensabile alla vita. Ci accorgiamo del suo potere nella patologia:
chiari esempi sono la sindrome di Cushing in cui vi è un ipersecrezione
e il morbo di Addison in cui vi è un marcato difetto di produzione. In
entrambi i casi l'effetto sul corpo e sulla mente della persona sono
devastanti, in particolare, direi che l'eccesso mostra i suoi danni
maggiori a livello mentale, mentre il difetto li calca soprattutto a
livello fisico. Non saprei dire quale sia il male peggiore, di certo,
senza cortisolo non si vive e quindi un difetto rappresenta un'emergenza
medica, di pronto intervento. L'eccesso di produzione non determina una
chiara condizione di urgenza, ma conduce il paziente ad un continuo
peregrinare di medici, generalmente non endocrinologici, che, non avendo
ben presente il problema, per ignoranza medica specialistica e non certo
per colpe professionali, non trovano il bandolo della matassa. In questo
lungo peregrinare, anche anni, si finisce per diventare esausti e
sfiniti, condizione in cui già la stessa malattia ti conduce. Saper
quindi individuare precocemente l'ipercortisolismo è tutt'oggi una sfida
per l'endocrinologo, ma al di là del fatto professionale, è un dovere
del medico affinché venga salvaguardata la salute mentale del paziente.
La corticale del surrene: il cortisolo. Riassumere in poche righe i
concetti dinamici dell'azione di tale molecola credo sia un'impresa
alquanto ardua. Il cortisolo è un ormone incredibilmente sofisticato e
indispensabile alla vita. Ci accorgiamo del suo potere nella patologia:
chiari esempi sono la sindrome di Cushing in cui vi è un ipersecrezione
e il morbo di Addison in cui vi è un marcato difetto di produzione. In
entrambi i casi l'effetto sul corpo e sulla mente della persona sono
devastanti, in particolare, direi che l'eccesso mostra i suoi danni
maggiori a livello mentale, mentre il difetto li calca soprattutto a
livello fisico. Non saprei dire quale sia il male peggiore, di certo,
senza cortisolo non si vive e quindi un difetto rappresenta un'emergenza
medica, di pronto intervento. L'eccesso di produzione non determina una
chiara condizione di urgenza, ma conduce il paziente ad un continuo
peregrinare di medici, generalmente non endocrinologici, che, non avendo
ben presente il problema, per ignoranza medica specialistica e non certo
per colpe professionali, non trovano il bandolo della matassa. In questo
lungo peregrinare, anche anni, si finisce per diventare esausti e
sfiniti, condizione in cui già la stessa malattia ti conduce. Saper
quindi individuare precocemente l'ipercortisolismo è tutt'oggi una sfida
per l'endocrinologo, ma al di là del fatto professionale, è un dovere
del medico affinché venga salvaguardata la salute mentale del paziente.
Martedì 8 marzo " Endicronologia femminile : tiroide, gravidanza e menopausa" a Radiorizzonti 88FM
Luna nuova: Filosofeggiare in medicina - I concetti astratti.
Principio di vita. Spingersi oltre l'infinito reale. Spingersi oltre le
dimensioni più piccole della particella elementare di energia, ossia il
quanto. Spingersi oltre. Il principio di vita si trova proprio lì, in
una dimensione che non ha spazio e non ha tempo, e regola il mondo in
tutto per tutto: ne detta i modi, i tempi e i ritmi. Pertanto
soffermarsi su dettagli quotidiani di modo e di tempo non aiuta a stare
meglio. Spingersi oltre, raggiungere il luogo dove non esista spazio e
tempo, è fattibile, auspicabile e raccomandabile. Il medico deve essere
colui che guida il paziente al concetto metafisico di salute. Stavolta
non basta unicamente il lavoro del medico per il raggiungimento del
luogo, è necessaria la sperimentazione individuale della vita, che è
fatta di sconfitte, vittorie, gioie e dispiaceri. Esperienze che vanno
necessariamente vissute, interiorizzate e portate con sincera fiducia al
Medico che vi avrà in cura.
Principio di vita. Spingersi oltre l'infinito reale. Spingersi oltre le
dimensioni più piccole della particella elementare di energia, ossia il
quanto. Spingersi oltre. Il principio di vita si trova proprio lì, in
una dimensione che non ha spazio e non ha tempo, e regola il mondo in
tutto per tutto: ne detta i modi, i tempi e i ritmi. Pertanto
soffermarsi su dettagli quotidiani di modo e di tempo non aiuta a stare
meglio. Spingersi oltre, raggiungere il luogo dove non esista spazio e
tempo, è fattibile, auspicabile e raccomandabile. Il medico deve essere
colui che guida il paziente al concetto metafisico di salute. Stavolta
non basta unicamente il lavoro del medico per il raggiungimento del
luogo, è necessaria la sperimentazione individuale della vita, che è
fatta di sconfitte, vittorie, gioie e dispiaceri. Esperienze che vanno
necessariamente vissute, interiorizzate e portate con sincera fiducia al
Medico che vi avrà in cura.
Ultimo quarto: I dati di laboratorio - Interpretazione biochimica
Immunoglobuline G - IgG. Sono gli anticorpi che predominano nel sangue e
nei fluidi extracellulari, rappresentando circa il 75% delle
immunoglobuline totali e sono particolarmente importanti nella difesa a
lungo termine contro qualsiasi tipo di infezione, dato che sono le più
efficaci opsonine di cui l'organismo dispone e hanno la funzione di
stimolare la fagocitosi dei microbi da parte dei fagociti e innescare la
via classica di attivazione del complemento. Le IgG sono impiegate
durante la risposta immunitaria secondaria, cioè sono prodotte
tardivamente e in maniera massiccia dai linfociti B differenziatisi in
plasmacellule. In questo esse si contrappongono alle IgM, che sono
prodotte invece nelle fasi più precoci dell'infiammazione, ma che hanno
un'efficacia decisamente minore.
Le gammaglobuline materne hanno un'importantissima funzione nel
proteggere il neonato durante i primi mesi di vita, incapace di produrre
anticorpi da solo. Le IgG sono infatti le uniche in grado di passare la
barriera placentare, immettendosi nel sangue del feto: questi possiede
dunque lo stesso repertorio anticorpale della madre per circa sei mesi.
Dopo la nascita, tuttavia, la madre continua a passare le
immunoglobuline al neonato con l'allattamento: il latte materno contiene
grandi quantità di IgG e IgA, che passano nell'apparato digerente del
neonato; mentre le IgA si fermano nel canale digerente, le IgG vengono
assorbite dall'epitelio intestinale del lattante mediante uno specifico
recettore e immesse nel torrente circolatorio. Ancora un esempio di come
la Natura abbia già pensato a tutto, appare quindi evidente come sia
indispensabile incoraggiare l'allattamento esclusivo al seno affinché
l'unione materno-fetale non generi solo protezione esteriore, ma sia
mirata anche ad una protezione più profonda, interiore, poco visibile ma
di grande utilità per chi dovrà crescere sotto i nostri occhi attenti.
Immunoglobuline G - IgG. Sono gli anticorpi che predominano nel sangue e
nei fluidi extracellulari, rappresentando circa il 75% delle
immunoglobuline totali e sono particolarmente importanti nella difesa a
lungo termine contro qualsiasi tipo di infezione, dato che sono le più
efficaci opsonine di cui l'organismo dispone e hanno la funzione di
stimolare la fagocitosi dei microbi da parte dei fagociti e innescare la
via classica di attivazione del complemento. Le IgG sono impiegate
durante la risposta immunitaria secondaria, cioè sono prodotte
tardivamente e in maniera massiccia dai linfociti B differenziatisi in
plasmacellule. In questo esse si contrappongono alle IgM, che sono
prodotte invece nelle fasi più precoci dell'infiammazione, ma che hanno
un'efficacia decisamente minore.
Le gammaglobuline materne hanno un'importantissima funzione nel
proteggere il neonato durante i primi mesi di vita, incapace di produrre
anticorpi da solo. Le IgG sono infatti le uniche in grado di passare la
barriera placentare, immettendosi nel sangue del feto: questi possiede
dunque lo stesso repertorio anticorpale della madre per circa sei mesi.
Dopo la nascita, tuttavia, la madre continua a passare le
immunoglobuline al neonato con l'allattamento: il latte materno contiene
grandi quantità di IgG e IgA, che passano nell'apparato digerente del
neonato; mentre le IgA si fermano nel canale digerente, le IgG vengono
assorbite dall'epitelio intestinale del lattante mediante uno specifico
recettore e immesse nel torrente circolatorio. Ancora un esempio di come
la Natura abbia già pensato a tutto, appare quindi evidente come sia
indispensabile incoraggiare l'allattamento esclusivo al seno affinché
l'unione materno-fetale non generi solo protezione esteriore, ma sia
mirata anche ad una protezione più profonda, interiore, poco visibile ma
di grande utilità per chi dovrà crescere sotto i nostri occhi attenti.
Luna piena: La dottrina omeopatica - Organon dell’arte del guarire.
Cristian Friedrich Samuel Hahnemann. La divina omeopatia e i divini
strumenti.
Paragrafo 15
Nell'interno invisibile del nostro organismo, i disturbi della Dynamis
incorporea - energia vitale che anima il nostro corpo e la cui armonia è
sconvolta - e l'insieme dei sintomi percepibili dai nostri sensi -
provocati da questo disturbo della Dynamis - i quali sono la
manifestazione dell'effettiva malattia, sono una cosa sola e
costituiscono un tutto unico.
L'organismo è senza dubbio lo strumento materiale della vita, ma non
saremmo in grado di concepirlo, privato dell'energia vitale che lo anima
con la sua sensibilità e con la sua volontà puramente istintiva, più di
quanto saremmo in grado di concepire quest'energia indipendentemente da
esso. Di conseguenza i due sono una sola cosa, anche se nel nostro
pensiero ci conviene separare questa unità in due concetti, per
facilitarne la comprensione.
Commento personale
Appare chiaro come il Dottor Samuel Hahnemann sia un innovatore del suo
tempo, fu uno dei primi a cogliere il senso psichico della malattia. Lo
esprime in modo chiaro: il fisico nella sua veste materiale e la mente
fatta di istinti debbono essere considerati nella cura del malato
elementi inscindibili. Se li separiamo è per pura comodità pratica, ma
dimenticarci di come "sente" e "vive" la malattia il paziente è un
errore terapeutico non perdonabile, poichè si fallirebbe nella terapia.
Cristian Friedrich Samuel Hahnemann. La divina omeopatia e i divini
strumenti.
Paragrafo 15
Nell'interno invisibile del nostro organismo, i disturbi della Dynamis
incorporea - energia vitale che anima il nostro corpo e la cui armonia è
sconvolta - e l'insieme dei sintomi percepibili dai nostri sensi -
provocati da questo disturbo della Dynamis - i quali sono la
manifestazione dell'effettiva malattia, sono una cosa sola e
costituiscono un tutto unico.
L'organismo è senza dubbio lo strumento materiale della vita, ma non
saremmo in grado di concepirlo, privato dell'energia vitale che lo anima
con la sua sensibilità e con la sua volontà puramente istintiva, più di
quanto saremmo in grado di concepire quest'energia indipendentemente da
esso. Di conseguenza i due sono una sola cosa, anche se nel nostro
pensiero ci conviene separare questa unità in due concetti, per
facilitarne la comprensione.
Commento personale
Appare chiaro come il Dottor Samuel Hahnemann sia un innovatore del suo
tempo, fu uno dei primi a cogliere il senso psichico della malattia. Lo
esprime in modo chiaro: il fisico nella sua veste materiale e la mente
fatta di istinti debbono essere considerati nella cura del malato
elementi inscindibili. Se li separiamo è per pura comodità pratica, ma
dimenticarci di come "sente" e "vive" la malattia il paziente è un
errore terapeutico non perdonabile, poichè si fallirebbe nella terapia.
Primo quarto - L'Endocrinologia sistemica - gli ormoni e i loro input.
La corticale del surrene: l'aldosterone. Non tutti conoscono il lipidema
come patologia connessa al sistema endocrino. Ancora meno l'unione con
l'aldosterone, pensato prima di tutto per il suo effetto mineraloattivo.
Dopotutto rimane pure un derivato del cortisolo e quindi non è possibile
trascurare la sua capacità di far depositare tessuto adiposo in luoghi
ben definiti. Così è: il lipidema è un accumulo di grasso ben
localizzato agli arti inferiori, in particolare, in sede glutea, e con
il progredire della malattia può estendersi verso il basso, senza però
mai intaccare le caviglie. Si distingue dal cosiddetto edema cardiogeno
proprio per il mancato aumento volumetrico idropinico di caviglie e
piedi. La sua estensione può prendere più raramente anche gli arti
superiori. Spesso associato all'ipotiroidismo primitivo autoimmune, il
lipedema proprio perchè derivante da uno squilibrio ormonale, tende a
manifestarsi in epoche in cui lo sbilanciamento degli ormoni è maggiore:
in gravidanza e in menopausa. Interessante notare inoltre come tenda a
peggiorare in caso di diete restrittive di sodio e ricche in potassio,
elemento presente nella maggior parte delle verdure. Come a dire che il
lipedema risulti refrattario alle comuni dietoterapie, che spesso anzi
ne determinano un peggioramento per indebolimento del sistema di pompa
muscolare degli arti inferiori. La logica è sempre nella dinamica
ormonale in cui la secrezione di aldosterone segue l'introito
mineralometrico, in cui l'aumento di sodio e la riduzione di potassio
con la dieta, inducono una riduzione dell'ormone stesso circolante e
così vale anche per la manifestazione clinica. Pertanto se vogliamo
gambe snelle e aitanti abbondiamo in cucina nel sale grosso e
abbandoniamo integratori ricchi di potassio solo apparentemente
rigeneranti. Andando controcorrente otterremo un risultato duraturo
sulla nostra salute e questo modo di pensare non è valevole solo per il
lipidema.
La corticale del surrene: l'aldosterone. Non tutti conoscono il lipidema
come patologia connessa al sistema endocrino. Ancora meno l'unione con
l'aldosterone, pensato prima di tutto per il suo effetto mineraloattivo.
Dopotutto rimane pure un derivato del cortisolo e quindi non è possibile
trascurare la sua capacità di far depositare tessuto adiposo in luoghi
ben definiti. Così è: il lipidema è un accumulo di grasso ben
localizzato agli arti inferiori, in particolare, in sede glutea, e con
il progredire della malattia può estendersi verso il basso, senza però
mai intaccare le caviglie. Si distingue dal cosiddetto edema cardiogeno
proprio per il mancato aumento volumetrico idropinico di caviglie e
piedi. La sua estensione può prendere più raramente anche gli arti
superiori. Spesso associato all'ipotiroidismo primitivo autoimmune, il
lipedema proprio perchè derivante da uno squilibrio ormonale, tende a
manifestarsi in epoche in cui lo sbilanciamento degli ormoni è maggiore:
in gravidanza e in menopausa. Interessante notare inoltre come tenda a
peggiorare in caso di diete restrittive di sodio e ricche in potassio,
elemento presente nella maggior parte delle verdure. Come a dire che il
lipedema risulti refrattario alle comuni dietoterapie, che spesso anzi
ne determinano un peggioramento per indebolimento del sistema di pompa
muscolare degli arti inferiori. La logica è sempre nella dinamica
ormonale in cui la secrezione di aldosterone segue l'introito
mineralometrico, in cui l'aumento di sodio e la riduzione di potassio
con la dieta, inducono una riduzione dell'ormone stesso circolante e
così vale anche per la manifestazione clinica. Pertanto se vogliamo
gambe snelle e aitanti abbondiamo in cucina nel sale grosso e
abbandoniamo integratori ricchi di potassio solo apparentemente
rigeneranti. Andando controcorrente otterremo un risultato duraturo
sulla nostra salute e questo modo di pensare non è valevole solo per il
lipidema.
Luna nuova: Filosofeggiare in medicina - I concetti astratti.
Alzando gli occhi al cielo possiamo capire quanto piccoli noi umani
siamo. L'infinito esiste, forse no, tutto è finito. La vita deve essere
questa: un'emozione infinita in un contesto finito. Dopotutto si nasce e
si muore in uno spazio temporale variabile. Un tempo che non ci è dato
sapere, ma di cui possediamo la facoltà di scegliere come viverlo. Non
importa che sia breve un istante o lungo cento anni, è la pulsazione
vitale che imprimiamo a quel tempo ciò che conta. L'infinito non è
tangibile, ma è ciò che ci può rendere immortali. Attraverso la
pulsazione vitale, che è percepibile ai nostri sensi, mediante una
sensibilità propria e individuale che deve essere attivata dal Medico
curante potremmo generare emozioni vere. La purezza d'animo e l'onestà
intellettuale sono doti che devono appartenere al Medico che cura
affinché il paziente, soprattutto in buona salute, possa comprendere il
concetto appena espresso. Quindi alziamo gli occhi al cielo e
allunghiamo il nostro cuore all'infinito.
Alzando gli occhi al cielo possiamo capire quanto piccoli noi umani
siamo. L'infinito esiste, forse no, tutto è finito. La vita deve essere
questa: un'emozione infinita in un contesto finito. Dopotutto si nasce e
si muore in uno spazio temporale variabile. Un tempo che non ci è dato
sapere, ma di cui possediamo la facoltà di scegliere come viverlo. Non
importa che sia breve un istante o lungo cento anni, è la pulsazione
vitale che imprimiamo a quel tempo ciò che conta. L'infinito non è
tangibile, ma è ciò che ci può rendere immortali. Attraverso la
pulsazione vitale, che è percepibile ai nostri sensi, mediante una
sensibilità propria e individuale che deve essere attivata dal Medico
curante potremmo generare emozioni vere. La purezza d'animo e l'onestà
intellettuale sono doti che devono appartenere al Medico che cura
affinché il paziente, soprattutto in buona salute, possa comprendere il
concetto appena espresso. Quindi alziamo gli occhi al cielo e
allunghiamo il nostro cuore all'infinito.
Ultimo quarto: I dati di laboratorio - Interpretazione biochimica
Immunoglobuline M - IgM. La produzione di IgM rappresenta la prima
risposta del sistema immunitario alla maggior parte degli antigeni;
queste immunoglobuline funzionano come anticorpi di pronto intervento,
immediatamente dopo lo stimolo. Sono molecole grandi, che possono essere
circolanti come monomeri, ossia in un'unica unità, oppure come
pentameri, ossia, legate fra di loro in cinque unità. La loro emivita è
breve, cinque giorni appunto. Le immagino sempre come fossero le dita di
una mano, cinque difatti; intrappolano il virus e lo avvolgono e
facilitano l'eliminazione dello stesso da parte del sistema immunitario,
in gergo tecnico "opsonizzazione". In termini artistici, immaginiamo, la
nostra mano che afferra un fine foglio di carta bianca e lo accartoccia
nel palmo.
Nella diagnostica di laboratorio la loro ricerca è importante ai fine di
comprendere se l'eventuale infezione del virus incriminato sia recente o
pregressa; una loro assenza indica ovviamente che non vi è infezione in
corso, una loro presenza ad alto titolo il contrario ovviamente. Il
morbo di Waldestrom è una malattia rara caratterizzata da un'eccessiva
produzione di un unico tipo di IgM da parte del linfocita B; il suo
studio ci permette di capire quanto siano grandi le immunoglobuline IgM,
poichè, la loro concentrazione elevata nel sangue, conferisce una grande
viscosità dello stesso, con depositi circolanti che causano emorragie e
disturbi della microcircolazione periferica.
Immunoglobuline M - IgM. La produzione di IgM rappresenta la prima
risposta del sistema immunitario alla maggior parte degli antigeni;
queste immunoglobuline funzionano come anticorpi di pronto intervento,
immediatamente dopo lo stimolo. Sono molecole grandi, che possono essere
circolanti come monomeri, ossia in un'unica unità, oppure come
pentameri, ossia, legate fra di loro in cinque unità. La loro emivita è
breve, cinque giorni appunto. Le immagino sempre come fossero le dita di
una mano, cinque difatti; intrappolano il virus e lo avvolgono e
facilitano l'eliminazione dello stesso da parte del sistema immunitario,
in gergo tecnico "opsonizzazione". In termini artistici, immaginiamo, la
nostra mano che afferra un fine foglio di carta bianca e lo accartoccia
nel palmo.
Nella diagnostica di laboratorio la loro ricerca è importante ai fine di
comprendere se l'eventuale infezione del virus incriminato sia recente o
pregressa; una loro assenza indica ovviamente che non vi è infezione in
corso, una loro presenza ad alto titolo il contrario ovviamente. Il
morbo di Waldestrom è una malattia rara caratterizzata da un'eccessiva
produzione di un unico tipo di IgM da parte del linfocita B; il suo
studio ci permette di capire quanto siano grandi le immunoglobuline IgM,
poichè, la loro concentrazione elevata nel sangue, conferisce una grande
viscosità dello stesso, con depositi circolanti che causano emorragie e
disturbi della microcircolazione periferica.
Luna piena: La dottrina omeopatica - Organon dell’arte del guarire.
Cristian Friedrich Samuel Hahnemann. La divina omeopatia e i divini
strumenti.
Paragrafo 14
Non vi è alcuna malattia né alcuna alterazione morbosa nell’interno
dell’organismo, che non si dia a riconoscere per mezzo di segni
(sintomi) al medico, che attentamente osserva. Questo per bontà infinita
dell’Onnisciente Conservatore della vita dell’uomo.
Commento personale
Io credo che sia un paragrafo fondamentale e con una grande verità
annessa. Non vi è malattia al mondo che non sia visibile, il limite
quindi non è della Natura, ma di chi osserva. Hahnemann aggiunge
l'avverbio "attentamente" sottolineando volutamente una certa miopia del
mondo medico tradizionale, forse di allora, chissà di oggi. Non so dove
sia esattamente la verità, ma è certo che i dettagli fanno la differenza
e per vedere i dettagli è fondamentale approcciarsi al paziente in
maniera scrupolosa e coscienziosa, con animo puro e onesto. Solo così
troveremo la chiave di volta dell'alterazione animica che genera il male
fisico.
Cristian Friedrich Samuel Hahnemann. La divina omeopatia e i divini
strumenti.
Paragrafo 14
Non vi è alcuna malattia né alcuna alterazione morbosa nell’interno
dell’organismo, che non si dia a riconoscere per mezzo di segni
(sintomi) al medico, che attentamente osserva. Questo per bontà infinita
dell’Onnisciente Conservatore della vita dell’uomo.
Commento personale
Io credo che sia un paragrafo fondamentale e con una grande verità
annessa. Non vi è malattia al mondo che non sia visibile, il limite
quindi non è della Natura, ma di chi osserva. Hahnemann aggiunge
l'avverbio "attentamente" sottolineando volutamente una certa miopia del
mondo medico tradizionale, forse di allora, chissà di oggi. Non so dove
sia esattamente la verità, ma è certo che i dettagli fanno la differenza
e per vedere i dettagli è fondamentale approcciarsi al paziente in
maniera scrupolosa e coscienziosa, con animo puro e onesto. Solo così
troveremo la chiave di volta dell'alterazione animica che genera il male
fisico.
Primo quarto - L'Endocrinologia sistemica - gli ormoni e i loro input.
La corticale del surrene: l'aldosterone. Ormone steroideo mineraloattivo
prodotto nella zona glomerulare della corticale del surrene. La sua
azione più nota è quella di eliminare potassio con le urine, trattenendo
pari molecole di sodio. Quindi agisce con una dinamica sodio ritentiva,
che se non ben equilibrata può determinare un'ipertensione arteriosa
diastolica di tipo endocrino; la malattia a cui sto accennando è il
cosiddetto morbo di Conn. Malattia rara, contraddistinta oltre che da
ipertensione arteriosa, prevalentemente di tipo diastolico, ha come
riscontro biochimico la presenza di ipokaliemia, la quale aggiunge
sintomi propri a quelli della classica ipertensione: intorpidimento e
formicolii agli arti, che possono generare agitazione e ansia, fino a
crampi muscolari anche del muscolo cardiaco. La malattia non è semplice
da diagnosticare ed è spesso oggetto del medico internista. Mentre più
interessante per l'endocrinologo è il ruolo dell'aldosterone nei tessuti
perivasali: l'ormone promuove un incremento dell'infiltrato adiposo
perivascolare, determinando una condizione di stress metabolico
ossidativo del vaso, che deve essere considerato nelle patologie quali
la sindrome metabolica, in certe forme di sindrome dell'ovaio
policistico e nella tendenza costituzionale al lipedema degli arti
inferiori. Sono tutti temi articolati, incastrati con l'azione
dell'insulina, di cui discuterò meglio nei prossimi post endocrinologici
del primo quarto lunare.
La corticale del surrene: l'aldosterone. Ormone steroideo mineraloattivo
prodotto nella zona glomerulare della corticale del surrene. La sua
azione più nota è quella di eliminare potassio con le urine, trattenendo
pari molecole di sodio. Quindi agisce con una dinamica sodio ritentiva,
che se non ben equilibrata può determinare un'ipertensione arteriosa
diastolica di tipo endocrino; la malattia a cui sto accennando è il
cosiddetto morbo di Conn. Malattia rara, contraddistinta oltre che da
ipertensione arteriosa, prevalentemente di tipo diastolico, ha come
riscontro biochimico la presenza di ipokaliemia, la quale aggiunge
sintomi propri a quelli della classica ipertensione: intorpidimento e
formicolii agli arti, che possono generare agitazione e ansia, fino a
crampi muscolari anche del muscolo cardiaco. La malattia non è semplice
da diagnosticare ed è spesso oggetto del medico internista. Mentre più
interessante per l'endocrinologo è il ruolo dell'aldosterone nei tessuti
perivasali: l'ormone promuove un incremento dell'infiltrato adiposo
perivascolare, determinando una condizione di stress metabolico
ossidativo del vaso, che deve essere considerato nelle patologie quali
la sindrome metabolica, in certe forme di sindrome dell'ovaio
policistico e nella tendenza costituzionale al lipedema degli arti
inferiori. Sono tutti temi articolati, incastrati con l'azione
dell'insulina, di cui discuterò meglio nei prossimi post endocrinologici
del primo quarto lunare.
Luna nuova: Filosofeggiare in medicina - I concetti astratti.
L'immagine di una malattia è un concetto concreto. Non mi riferisco
all'immaginazione fantastica dei bambini ancora sognanti. Mi riferisco
proprio alla realtà nuda e cruda. Tuttavia saper descrivere un'immagine
della malattia richiede spirito di osservazione ed esperienza medica di
colui che ha osservato molti casi in malati differenti. Solo così ti
rendi conto che individui tanto diversi tra loro comunicano un
linguaggio comune, che ti porta alla descrizione di un'unica immagine:
quella della malattia. Ogni malato ha sempre la sua storia, le sue
vicissitudini, ma, colti dal malanno comune, giungono al medico
portandosi al grembo l'immagine di quell'unica malattia. Il medico la
coglie, la scruta, la memorizza, la interiorizza e infine dovrebbe
ridonare al malato un'altra immagine simile, ma dissimile nella
sostanza, ovvero di salute e non di malattia. Succede invece che, sempre
meno si visitano i pazienti, quindi, poco si osserva l'immagine della
malattia, difficile sarà capire il messaggio di sofferenza del malato.
Cosi' riporremo nel grembo dei malati un'immagine dissimile dalla
malattia, simile nella sostanza, ossia di malattia e non di salute. Si
trasmetterà insicurezza e timore di non farcela nella difficoltà. Eppure
il medico dovrebbe aver la dote di guarire i malati, non peggiorare chi
infermo già lo è. Nostro dovere sarebbe prendere in mano l'immagine dei
tanti malati che ci circondano, visitandoli prima di tutto, decifrando
il disegno netto della malattia, la sua forma e il suo cambiamento,
nonché direzionalità, forse così evolveremmo in un concetto metafisico
di malattia, che ci darebbe accesso alla guarigione di molti malati, non
di tutti ovviamente. Sicuramente l'interpretazione della malattia sotto
forma di immagine non pone il problema di doverla riadattare
periodicamente, conoscendone già la sua forma dinamica, che cambia,
secondo un progetto che è sempre di Natura e debba prevedere una
comunione con l'uomo, dopotutto salute e malattia sono immagini simili
talvolta spesso.
L'immagine di una malattia è un concetto concreto. Non mi riferisco
all'immaginazione fantastica dei bambini ancora sognanti. Mi riferisco
proprio alla realtà nuda e cruda. Tuttavia saper descrivere un'immagine
della malattia richiede spirito di osservazione ed esperienza medica di
colui che ha osservato molti casi in malati differenti. Solo così ti
rendi conto che individui tanto diversi tra loro comunicano un
linguaggio comune, che ti porta alla descrizione di un'unica immagine:
quella della malattia. Ogni malato ha sempre la sua storia, le sue
vicissitudini, ma, colti dal malanno comune, giungono al medico
portandosi al grembo l'immagine di quell'unica malattia. Il medico la
coglie, la scruta, la memorizza, la interiorizza e infine dovrebbe
ridonare al malato un'altra immagine simile, ma dissimile nella
sostanza, ovvero di salute e non di malattia. Succede invece che, sempre
meno si visitano i pazienti, quindi, poco si osserva l'immagine della
malattia, difficile sarà capire il messaggio di sofferenza del malato.
Cosi' riporremo nel grembo dei malati un'immagine dissimile dalla
malattia, simile nella sostanza, ossia di malattia e non di salute. Si
trasmetterà insicurezza e timore di non farcela nella difficoltà. Eppure
il medico dovrebbe aver la dote di guarire i malati, non peggiorare chi
infermo già lo è. Nostro dovere sarebbe prendere in mano l'immagine dei
tanti malati che ci circondano, visitandoli prima di tutto, decifrando
il disegno netto della malattia, la sua forma e il suo cambiamento,
nonché direzionalità, forse così evolveremmo in un concetto metafisico
di malattia, che ci darebbe accesso alla guarigione di molti malati, non
di tutti ovviamente. Sicuramente l'interpretazione della malattia sotto
forma di immagine non pone il problema di doverla riadattare
periodicamente, conoscendone già la sua forma dinamica, che cambia,
secondo un progetto che è sempre di Natura e debba prevedere una
comunione con l'uomo, dopotutto salute e malattia sono immagini simili
talvolta spesso.
Ultimo quarto: I dati di laboratorio - Interpretazione biochimica
Immunoglobuline A - IgA. Un adulto ogni giorno produce molti anticorpi,
più della metà dei quali sono IgA. Le immunoglobuline A sono pressoché
distribuite nelle secrezioni corporee e ci difendono primariamente alle
prime insidie microbiche soprattutto in bronchi e intestino,
neutralizzando tossine, virus, ma sopratutto batteri. Il latte materno,
anch'esso secrezione del corpo, contiene ovviamente IgA, le quali
svolgono quindi anche un ruolo fondamentale nella difesa immunitaria del
lattante, incapace di produrre anticorpi nei primi sei mesi di vita.
Sono elementi formidabili, tuttavia nella vita tutto è importante, ma
niente è insostituibile. Capita quindi che vi siano individui che
abbiano un deficit congenito o acquisito di IgA e si mantengano in uno
stato di salute equilibrato. Certo, sono soggetti più delicati, più
suscettibili ad infezioni del tratto respiratorio e digerente, ma
continuano a condurre una vita normale, tanto è che non esistono reali
cure. Appare quindi evidente come la Natura abbia ideato un piano B
nella lotta all'aggressione esterna. Se la prima barriera di difesa
crolla o non sia possibile costruirla, non per questo ci si debba
trovare impreparati. Difatti nel sangue sono già pronte altre
immunoglobuline, che provvederanno a recuperare il terreno perso
inizialmente. Se non ci fosse il piano B allora la preoccupazione
sarebbe seria, ma per fortuna la Natura è perfetta, mentre l'uomo ahimè
risulta essere ancora molto imperfetto nel ragionamento di imitazione
della Natura stessa.
Immunoglobuline A - IgA. Un adulto ogni giorno produce molti anticorpi,
più della metà dei quali sono IgA. Le immunoglobuline A sono pressoché
distribuite nelle secrezioni corporee e ci difendono primariamente alle
prime insidie microbiche soprattutto in bronchi e intestino,
neutralizzando tossine, virus, ma sopratutto batteri. Il latte materno,
anch'esso secrezione del corpo, contiene ovviamente IgA, le quali
svolgono quindi anche un ruolo fondamentale nella difesa immunitaria del
lattante, incapace di produrre anticorpi nei primi sei mesi di vita.
Sono elementi formidabili, tuttavia nella vita tutto è importante, ma
niente è insostituibile. Capita quindi che vi siano individui che
abbiano un deficit congenito o acquisito di IgA e si mantengano in uno
stato di salute equilibrato. Certo, sono soggetti più delicati, più
suscettibili ad infezioni del tratto respiratorio e digerente, ma
continuano a condurre una vita normale, tanto è che non esistono reali
cure. Appare quindi evidente come la Natura abbia ideato un piano B
nella lotta all'aggressione esterna. Se la prima barriera di difesa
crolla o non sia possibile costruirla, non per questo ci si debba
trovare impreparati. Difatti nel sangue sono già pronte altre
immunoglobuline, che provvederanno a recuperare il terreno perso
inizialmente. Se non ci fosse il piano B allora la preoccupazione
sarebbe seria, ma per fortuna la Natura è perfetta, mentre l'uomo ahimè
risulta essere ancora molto imperfetto nel ragionamento di imitazione
della Natura stessa.
Luna piena : La dottrina omeopatica - Il potere curativo dei medicamenti.
La Materia Medica Omeopatia: ANTIMONIUM TARTARICUM - Tartaro Stibiato.
Tartrato doppio di antimonio e potassio. Ritroveremo tra i suoi sintomi
una combinazione fisiologica dei tre elementi chimici che lo compongono.
Con l'antimonio avremo l'intensa eccitazione del nervo vago che causa
irritazione gastrica e respiratoria; con lo ione potassio si svilupperà
uno stato di indebolimento e di depressione; con l'acido tartarico
avremo un catarro intestinale, che a volte potrà essere molto intenso.
L'azione principale del rimedio è sulle vie respiratorie: ottimo per
tutti gli stati catarrali delle vie respiratorie in cui il malato di
trova in uno stato di prostrazione e respira con difficoltà. La sua
debolezza è troppo grande per riuscire ad espellere il catarro, che
viene eliminato solo in piccole quantità. Il malato se resta coricato si
sente soffocare, se si siede i muscoli non lo sorreggono e la testa cade
all'indietro. Relativamente al tratto gastroenterico i suoi vomiti sono
difficili, rendono il soggetto spossato, poichè la sua debolezza
muscolare è considerevole. Spesso dopo aver vomitato si distende nel
letto e cade in uno stato di sonnolenza. Anche la diarrea se presente è
sfibrante. La debolezza muscolare più volte citata è un sintomo generale
che accompagna tutti gli stati che possono richiedere questo
medicamento. Tutti i muscoli sono privi di forza, dai muscoli degli arti
al muscolo cardiaco, tanto che il malato non può compiere il minimo
sforzo.
Commento personale
A volte ci si spaventa nel vedere una persona così debole da essere
priva di forza nel compiere piccoli gesti banali, come il bere e lo
stare seduti. La calma viene a mancare e vorremmo trovare subito la
soluzione al problema. Invece l'omeopatia ci insegna ancora una volta
come questa tratto di debolezza estrema debba essere considerato un
sintomo della malattia, valutato e inquadrato in un contesto di
totalità. Il nodo centrale di Antimonium Tartaricum è la debolezza
marcata, associata ad ogni elemento del paziente. Mantenersi calmi
davanti ad una malattia debilitante ci permetterà di vedere
l'indicazione di Antimonium Tartaricum che donerà forza e luce al
moribondo.
La Materia Medica Omeopatia: ANTIMONIUM TARTARICUM - Tartaro Stibiato.
Tartrato doppio di antimonio e potassio. Ritroveremo tra i suoi sintomi
una combinazione fisiologica dei tre elementi chimici che lo compongono.
Con l'antimonio avremo l'intensa eccitazione del nervo vago che causa
irritazione gastrica e respiratoria; con lo ione potassio si svilupperà
uno stato di indebolimento e di depressione; con l'acido tartarico
avremo un catarro intestinale, che a volte potrà essere molto intenso.
L'azione principale del rimedio è sulle vie respiratorie: ottimo per
tutti gli stati catarrali delle vie respiratorie in cui il malato di
trova in uno stato di prostrazione e respira con difficoltà. La sua
debolezza è troppo grande per riuscire ad espellere il catarro, che
viene eliminato solo in piccole quantità. Il malato se resta coricato si
sente soffocare, se si siede i muscoli non lo sorreggono e la testa cade
all'indietro. Relativamente al tratto gastroenterico i suoi vomiti sono
difficili, rendono il soggetto spossato, poichè la sua debolezza
muscolare è considerevole. Spesso dopo aver vomitato si distende nel
letto e cade in uno stato di sonnolenza. Anche la diarrea se presente è
sfibrante. La debolezza muscolare più volte citata è un sintomo generale
che accompagna tutti gli stati che possono richiedere questo
medicamento. Tutti i muscoli sono privi di forza, dai muscoli degli arti
al muscolo cardiaco, tanto che il malato non può compiere il minimo
sforzo.
Commento personale
A volte ci si spaventa nel vedere una persona così debole da essere
priva di forza nel compiere piccoli gesti banali, come il bere e lo
stare seduti. La calma viene a mancare e vorremmo trovare subito la
soluzione al problema. Invece l'omeopatia ci insegna ancora una volta
come questa tratto di debolezza estrema debba essere considerato un
sintomo della malattia, valutato e inquadrato in un contesto di
totalità. Il nodo centrale di Antimonium Tartaricum è la debolezza
marcata, associata ad ogni elemento del paziente. Mantenersi calmi
davanti ad una malattia debilitante ci permetterà di vedere
l'indicazione di Antimonium Tartaricum che donerà forza e luce al
moribondo.
Primo quarto - L'Endocrinologia sistemica - gli ormoni e i loro input.
Il surrene è una ghiandola complessa. Lo si deduce già dalla sua
anatomia, sia macroscopica, che microscopica. Sono ghiandole pari, di
color giallo oro, non perfettamente simmetriche e di forma
diversificata: piramidale a punta di freccia per il surrene destro,
semilunare per il surrene di sinistra. Al taglio risulta essere composta
da una parte esterna, definita corticale e da una parte interna
denominata midollare. La corticale a sua volta è suddivisa in altri tre
zone: glomerulare sede principale di produzione dell'aldosterone,
fascicolata sede principale di produzione di cortisolo e reticolata sede
principale di produzione di deidroepiandrosterone.
Corticale e midollare hanno origini embrionali diverse, la prima deriva
dal foglietto entotermico, la seconda dal foglietto ectodermico. Si
incontrano tra l'VIII e la IX settimana di vita fetale e i due abbozzi
sono già attivi nella produzione ormonale, tanto che alla nascita,
rappresentano una discreta quota del peso corporeo intero e sono circa
di doppie dimensioni rispetto al surrene dell'adulto; nei primi due anni
di vita subiscono un profondo rimodellamento con una perdita di massa di
oltre il 25 % per ciascun surrene.
Soffermiamoci unicamente al loro colore e alla loro forma. Il colore Oro
rappresenta da sempre la luce: nel sole, nella luna e nelle stelle; in
particolare il sole era la concentrazione materiale della luce divina.
La piramide è la figura geometrica della perfezione: corrisponde alla
terra, alla stabilità, alla sostanza e all'immutabilità. La piramide è
la strada che congiunge il corpo al divino; ingloba i raggi solari, il
calore e la luce, canalizzandoli nel corpo posto in essa affinché
rinasca al momento della fusione con il divino.
Il surrene è una ghiandola complessa. Lo si deduce già dalla sua
anatomia, sia macroscopica, che microscopica. Sono ghiandole pari, di
color giallo oro, non perfettamente simmetriche e di forma
diversificata: piramidale a punta di freccia per il surrene destro,
semilunare per il surrene di sinistra. Al taglio risulta essere composta
da una parte esterna, definita corticale e da una parte interna
denominata midollare. La corticale a sua volta è suddivisa in altri tre
zone: glomerulare sede principale di produzione dell'aldosterone,
fascicolata sede principale di produzione di cortisolo e reticolata sede
principale di produzione di deidroepiandrosterone.
Corticale e midollare hanno origini embrionali diverse, la prima deriva
dal foglietto entotermico, la seconda dal foglietto ectodermico. Si
incontrano tra l'VIII e la IX settimana di vita fetale e i due abbozzi
sono già attivi nella produzione ormonale, tanto che alla nascita,
rappresentano una discreta quota del peso corporeo intero e sono circa
di doppie dimensioni rispetto al surrene dell'adulto; nei primi due anni
di vita subiscono un profondo rimodellamento con una perdita di massa di
oltre il 25 % per ciascun surrene.
Soffermiamoci unicamente al loro colore e alla loro forma. Il colore Oro
rappresenta da sempre la luce: nel sole, nella luna e nelle stelle; in
particolare il sole era la concentrazione materiale della luce divina.
La piramide è la figura geometrica della perfezione: corrisponde alla
terra, alla stabilità, alla sostanza e all'immutabilità. La piramide è
la strada che congiunge il corpo al divino; ingloba i raggi solari, il
calore e la luce, canalizzandoli nel corpo posto in essa affinché
rinasca al momento della fusione con il divino.
Luna nuova: Filosofeggiare in medicina - I concetti astratti.
Si impara sempre dai bambini. Basta osservarli e a volte ascoltarli.
L'atmosfera del Natale ci può aiutare a capire di più. Mi spiego meglio.
Chi non ha mai creduto a Babbo Natale dice una bugia a se stesso. Io ci
credo ancora e sarebbe bene che tutti noi continuassimo a farlo. Non è
il semplice concetto della letterina e dei corrispettivi regali posti
sotto l'albero, ma si intende quella capacità di immaginare che possa
realmente accadere una magia. L'immaginazione e la realizzazione di
un'idea è qualcosa che deve appartenere al processo terapeutico. Nel
momento in cui si vanifica l'immaginazione, sia il medico, che il
paziente perdono un'opportunità di potenziare l'atto di guarigione.
Attraverso l'immagine fantastica entriamo in contatto con una realtà
istintuale che è in stretta connessione con il nostro spirito di
sopravvivenza e proprio per la direzione sana di questo istinto ci
permetterà di raggiungere la via per la guarigione. Uno spirito è un
qualcosa di non tangibile, che può essere colto solo con una grande
capacità di immaginazione, che solo i bimbi possiedono. Motivo per cui
loro stessi sono i primi che superano con il sorriso grandi sfide
mediche, perchè sanno che in qualche parte del mondo arriverà un angelo
che con una magia curerà il loro male fisico. Si impara sempre dai
bambini, noi impariamo a proteggerli.
Si impara sempre dai bambini. Basta osservarli e a volte ascoltarli.
L'atmosfera del Natale ci può aiutare a capire di più. Mi spiego meglio.
Chi non ha mai creduto a Babbo Natale dice una bugia a se stesso. Io ci
credo ancora e sarebbe bene che tutti noi continuassimo a farlo. Non è
il semplice concetto della letterina e dei corrispettivi regali posti
sotto l'albero, ma si intende quella capacità di immaginare che possa
realmente accadere una magia. L'immaginazione e la realizzazione di
un'idea è qualcosa che deve appartenere al processo terapeutico. Nel
momento in cui si vanifica l'immaginazione, sia il medico, che il
paziente perdono un'opportunità di potenziare l'atto di guarigione.
Attraverso l'immagine fantastica entriamo in contatto con una realtà
istintuale che è in stretta connessione con il nostro spirito di
sopravvivenza e proprio per la direzione sana di questo istinto ci
permetterà di raggiungere la via per la guarigione. Uno spirito è un
qualcosa di non tangibile, che può essere colto solo con una grande
capacità di immaginazione, che solo i bimbi possiedono. Motivo per cui
loro stessi sono i primi che superano con il sorriso grandi sfide
mediche, perchè sanno che in qualche parte del mondo arriverà un angelo
che con una magia curerà il loro male fisico. Si impara sempre dai
bambini, noi impariamo a proteggerli.
Ultimo quarto: I dati di laboratorio - Interpretazione biochimica
Immunoglobuline. Sono molecole eterogenee ma con la stessa funzione:
quella di aderire ad un antigene e agevolarne l'eliminazione. Ne
esistono cinque tipi: IgA IgE IgM IgG e IgD. Sono prodotte dai linfociti
B e dovrebbero difenderci dall'attacco di virus, batteri e parassiti.
Sottolineo dovrebbero perchè a volte in realtà sono coinvolte anche in
processi patologici definiti malattie autoimmuni. In realtà sembra che
si conoscano bene, poi, quando dobbiamo andare a quantificarne il
titolo, l'esatta interpretazione di quel titolo lascia il tempo che
trova. Mi spiego meglio: l'assenza di un anticorpi diretto verso uno
specifico antigene è sicuramente un dato di una mancata protezione, ma
la sua presenza non significa che la sua azione sia adeguata. Motivo per
cui si cerca di studiare l'avidità di un anticorpo, ossia, la sua
capacità di legare l'antigene. Più lega, ossia più è avido, più svolgerà
bene la sua azione e probabilmente più fresco anche l'eventuale contatto
con il microbo considerato. Infine non bisogna dimenticare che gli
anticorpi legandosi ad altre molecole, loro intrinseca propensione,
avranno più facilmente interferenze laboratoristiche nel mare magnum del
sangue: questo vuol dire che capita non infrequentemente trovare una
positività in un contesto clinico chiaro di assenza di malattia. Come a
dire ancora una volta che non possiamo fidarci dei numeri
laboratoristici, ma prima di tutto dobbiamo osservare chi abbiamo di
fronte, ponendo le giuste domande, che in gergo medico si chiama
anamnesi.
Immunoglobuline. Sono molecole eterogenee ma con la stessa funzione:
quella di aderire ad un antigene e agevolarne l'eliminazione. Ne
esistono cinque tipi: IgA IgE IgM IgG e IgD. Sono prodotte dai linfociti
B e dovrebbero difenderci dall'attacco di virus, batteri e parassiti.
Sottolineo dovrebbero perchè a volte in realtà sono coinvolte anche in
processi patologici definiti malattie autoimmuni. In realtà sembra che
si conoscano bene, poi, quando dobbiamo andare a quantificarne il
titolo, l'esatta interpretazione di quel titolo lascia il tempo che
trova. Mi spiego meglio: l'assenza di un anticorpi diretto verso uno
specifico antigene è sicuramente un dato di una mancata protezione, ma
la sua presenza non significa che la sua azione sia adeguata. Motivo per
cui si cerca di studiare l'avidità di un anticorpo, ossia, la sua
capacità di legare l'antigene. Più lega, ossia più è avido, più svolgerà
bene la sua azione e probabilmente più fresco anche l'eventuale contatto
con il microbo considerato. Infine non bisogna dimenticare che gli
anticorpi legandosi ad altre molecole, loro intrinseca propensione,
avranno più facilmente interferenze laboratoristiche nel mare magnum del
sangue: questo vuol dire che capita non infrequentemente trovare una
positività in un contesto clinico chiaro di assenza di malattia. Come a
dire ancora una volta che non possiamo fidarci dei numeri
laboratoristici, ma prima di tutto dobbiamo osservare chi abbiamo di
fronte, ponendo le giuste domande, che in gergo medico si chiama
anamnesi.
Luna piena: La dottrina omeopatica - Organon dell’arte del guarire.
Cristian Friedrich Samuel Hahnemann. La divina omeopatia e i divini
strumenti.
Paragrafo 13
Di conseguenza la malattia che appartiene ad un campo in cui i
procedimenti meccanici della chirurgia non possiedono alcuna efficacia:
1. non è assolutamente un'entità separata (materia peccans) dal tutto
vivente dell'organismo, per quanto sottile la si possa immaginare 2. né
è un'entità isolata dell'energia vitale, cioè del potere dinamico che la
anima 3. infine non è neppure un'entità nascosta all'interno del corpo
come vorrebbero far credere i medici allopatici. Una simile chimera non
poteva essere concepita che da cervelli materialistici. Questa chimera,
da secoli, ha spinto la medicina ufficiale in tutte le più funeste
direzioni, allontanandosi dalla sua autentica destinazione e facendola
ritenere una scienza dannosa, incapace di procurare la guarigione.
Commento
Samuel Hahnemann non va per il sottile e si scaglia in maniera decisa
contro l'ideologia meccanicistica della medicina tradizionale. Scrive in
maniera chiara e netta come la malattia, che non sia sotto il dominio
della chirurgia, non possa essere considerata un'entità scissa
dall'energia vitale individuale. Il continuare a insistere nel voler
eliminare la parte peccatrice senza porre attenzione all'animo del
malato non può che risultare inutile e dannosa. Dopotutto come fare a
dargli torto.
Cristian Friedrich Samuel Hahnemann. La divina omeopatia e i divini
strumenti.
Paragrafo 13
Di conseguenza la malattia che appartiene ad un campo in cui i
procedimenti meccanici della chirurgia non possiedono alcuna efficacia:
1. non è assolutamente un'entità separata (materia peccans) dal tutto
vivente dell'organismo, per quanto sottile la si possa immaginare 2. né
è un'entità isolata dell'energia vitale, cioè del potere dinamico che la
anima 3. infine non è neppure un'entità nascosta all'interno del corpo
come vorrebbero far credere i medici allopatici. Una simile chimera non
poteva essere concepita che da cervelli materialistici. Questa chimera,
da secoli, ha spinto la medicina ufficiale in tutte le più funeste
direzioni, allontanandosi dalla sua autentica destinazione e facendola
ritenere una scienza dannosa, incapace di procurare la guarigione.
Commento
Samuel Hahnemann non va per il sottile e si scaglia in maniera decisa
contro l'ideologia meccanicistica della medicina tradizionale. Scrive in
maniera chiara e netta come la malattia, che non sia sotto il dominio
della chirurgia, non possa essere considerata un'entità scissa
dall'energia vitale individuale. Il continuare a insistere nel voler
eliminare la parte peccatrice senza porre attenzione all'animo del
malato non può che risultare inutile e dannosa. Dopotutto come fare a
dargli torto.
Primo quarto - L'Endocrinologia sistemica - gli ormoni e i loro input.
L'inizio e la fine. La fine e l'inizio. La nascita e la morte. La morte
e la nascita. Ad un sospiro terminale da una parte si associa un primo
vagito da un'altra. Il cerchio della vita si chiude, parte e riparte,
infinite volte. Questo è il surrene: se da un lato la tiroide modula, la
ghiandola surrenalica decide l'inizio e la fine del gioco. Senza
ghiandola surrenalica non si nasce e si muore all'istante. Senza
ghiandola tiroidea si nasce e si vive per molti giorni. Entrambe sono
importanti, entrambe sullo stesso piatto della bilancia, ma con funzioni
endocrine non similari e a volte contrapposte. Non voglio addentrarmi in
argomentazioni troppo tecniche. Voglio semplicemente farvi capire come
il surrene partecipi come primo attore sia nei momenti di felicità
estrema, come può essere la nascita di un bimbo, sia nei momenti tristi
e dolorosi, come possono essere gli ultimi istanti di vita. Tutto ciò
non ci deve stupire, ma semplicemente capire che lo stress è un'entità
reale, esistente, che se incanalato in un contesto di nascita porterà ad
una costruzione di vita, se incanalato in un concetto di morte ci
porterà ad una distruzione di vita. Spetta a noi, con la nostra capacità
di spirito ad attingere al meglio, non al peggio.
L'inizio e la fine. La fine e l'inizio. La nascita e la morte. La morte
e la nascita. Ad un sospiro terminale da una parte si associa un primo
vagito da un'altra. Il cerchio della vita si chiude, parte e riparte,
infinite volte. Questo è il surrene: se da un lato la tiroide modula, la
ghiandola surrenalica decide l'inizio e la fine del gioco. Senza
ghiandola surrenalica non si nasce e si muore all'istante. Senza
ghiandola tiroidea si nasce e si vive per molti giorni. Entrambe sono
importanti, entrambe sullo stesso piatto della bilancia, ma con funzioni
endocrine non similari e a volte contrapposte. Non voglio addentrarmi in
argomentazioni troppo tecniche. Voglio semplicemente farvi capire come
il surrene partecipi come primo attore sia nei momenti di felicità
estrema, come può essere la nascita di un bimbo, sia nei momenti tristi
e dolorosi, come possono essere gli ultimi istanti di vita. Tutto ciò
non ci deve stupire, ma semplicemente capire che lo stress è un'entità
reale, esistente, che se incanalato in un contesto di nascita porterà ad
una costruzione di vita, se incanalato in un concetto di morte ci
porterà ad una distruzione di vita. Spetta a noi, con la nostra capacità
di spirito ad attingere al meglio, non al peggio.
Luna nuova: Filosofeggiare in medicina - I concetti astratti.
La terra è la naturale culla delle radici. Scavare la terra dovrebbe
essere la naturale propensione del medico. Non è semplice scavare a mani
nude. La durezza del terreno spesso di fa sentire all'interno del
contorno opaco bianco dell'unghia. A volte capita che si infili qualcosa
di acuminato in profondità, lasciando quella sensazione di scheggia nel
dito. Un fastidio flebile, ma continuo e profondo. Possiamo smettere di
scavare oppure prendere un piccone, che pare agevolarci, ma perdendo la
possibilità di osservazione. Semplicemente si deve continuare a scavare
a mani nude, soffermarsi, respirare e analizzare la struttura, il colore
e la contaminazione del terreno. Il piccone avrebbe scavato un buco più
grande, ma privo di vitalità o meglio di nozioni essenziali per la cura
del malato. All'uomo, o meglio al medico, non servono attrezzi per
comprendere dove nasce la malattia; saper adoperare le proprie mani,
insabbiarle nel terreno del malato, dapprima scavando con vigore,
oltrepassando quella fastidiosa sensazione di durezza, espressione
naturale di resistenza del terreno al proprio essere, poi con più
delicatezza, implementando gli organi di senso per dedurre i tratti
essenziali di ogni radice, in altri termini di ogni malato.
L'individualizzazione del malato significa proprio questo, una ricerca
faticosa a mani nude nella terra, solo così si arriverà alla soluzione
del caso clinico.
La terra è la naturale culla delle radici. Scavare la terra dovrebbe
essere la naturale propensione del medico. Non è semplice scavare a mani
nude. La durezza del terreno spesso di fa sentire all'interno del
contorno opaco bianco dell'unghia. A volte capita che si infili qualcosa
di acuminato in profondità, lasciando quella sensazione di scheggia nel
dito. Un fastidio flebile, ma continuo e profondo. Possiamo smettere di
scavare oppure prendere un piccone, che pare agevolarci, ma perdendo la
possibilità di osservazione. Semplicemente si deve continuare a scavare
a mani nude, soffermarsi, respirare e analizzare la struttura, il colore
e la contaminazione del terreno. Il piccone avrebbe scavato un buco più
grande, ma privo di vitalità o meglio di nozioni essenziali per la cura
del malato. All'uomo, o meglio al medico, non servono attrezzi per
comprendere dove nasce la malattia; saper adoperare le proprie mani,
insabbiarle nel terreno del malato, dapprima scavando con vigore,
oltrepassando quella fastidiosa sensazione di durezza, espressione
naturale di resistenza del terreno al proprio essere, poi con più
delicatezza, implementando gli organi di senso per dedurre i tratti
essenziali di ogni radice, in altri termini di ogni malato.
L'individualizzazione del malato significa proprio questo, una ricerca
faticosa a mani nude nella terra, solo così si arriverà alla soluzione
del caso clinico.
Ultimo quarto: I dati di laboratorio - Interpretazione biochimica
Fibrinogeno. Glicoproteina sintetizzata dal fegato e dal tessuto
endoteliale che fa parte della cascata della coagulazione; è denominato
il Fattore I. Solo per il fatto che sia il primo capiamo quanto sia
importante. Difatti è essenziale nella coagulazione perchè viene
convertito ad opera della protrombina in fibrina necessaria alla
formazione del trombo. Il suo aumento fisiologico avviene durante la
gravidanza e in corso di emorragie, ma si possono riscontrare valori
elevati anche in corso di infezioni gravi, complicate soprattutto da
coagulazione intravascolare disseminata (CID). Al di là di questi
aspetti più o meno noti, mi piace ricordarlo perchè mi aiuta spesso nel
diagnosticare la sindrome di Cushing, endocrinopatia caratterizzata da
un aumento di produzione di cortisolo endogeno. Ebbene sì, il
collegamento è presto fatto: il cortisolo, ormone dello stress, si
libera in situazione acute e induce un incremento del fattore I della
coagulazione, che predispone alla formazione di trombi nel sangue. Il
cortisone, spesso utilizzato nelle malattia acute respiratorie e non
solo, è dopotutto un cortisolo chimicamente potenziato e, pertanto,
oltre ad agire sulla situazione locale, determinerà nel sistema
coagulativo uno sbilanciamento in senso protrombotico. Il confine è
sottile tra bene e male, tra purificazione e malattia. Eccedere nella
regolazione fine di una molecola quale il cortisolo, può avere effetti
nocivi lontani dal distretto interessante la malattia. Mi spiego meglio:
si cura il locale (stress infettivo), ma si indebolisce il sistema, in
questo caso, la coagulazione del sangue.
Fibrinogeno. Glicoproteina sintetizzata dal fegato e dal tessuto
endoteliale che fa parte della cascata della coagulazione; è denominato
il Fattore I. Solo per il fatto che sia il primo capiamo quanto sia
importante. Difatti è essenziale nella coagulazione perchè viene
convertito ad opera della protrombina in fibrina necessaria alla
formazione del trombo. Il suo aumento fisiologico avviene durante la
gravidanza e in corso di emorragie, ma si possono riscontrare valori
elevati anche in corso di infezioni gravi, complicate soprattutto da
coagulazione intravascolare disseminata (CID). Al di là di questi
aspetti più o meno noti, mi piace ricordarlo perchè mi aiuta spesso nel
diagnosticare la sindrome di Cushing, endocrinopatia caratterizzata da
un aumento di produzione di cortisolo endogeno. Ebbene sì, il
collegamento è presto fatto: il cortisolo, ormone dello stress, si
libera in situazione acute e induce un incremento del fattore I della
coagulazione, che predispone alla formazione di trombi nel sangue. Il
cortisone, spesso utilizzato nelle malattia acute respiratorie e non
solo, è dopotutto un cortisolo chimicamente potenziato e, pertanto,
oltre ad agire sulla situazione locale, determinerà nel sistema
coagulativo uno sbilanciamento in senso protrombotico. Il confine è
sottile tra bene e male, tra purificazione e malattia. Eccedere nella
regolazione fine di una molecola quale il cortisolo, può avere effetti
nocivi lontani dal distretto interessante la malattia. Mi spiego meglio:
si cura il locale (stress infettivo), ma si indebolisce il sistema, in
questo caso, la coagulazione del sangue.
Luna piena: La dottrina omeopatica - Organon dell’arte del guarire.
Cristian Friedrich Samuel Hahnemann. La divina omeopatia e i divini
strumenti.
Paragrafo 12
La causa delle malattie è da attribuirsi esclusivamente ad una rottura
dell'equilibrio dell'energia vitale. Le manifestazioni patologiche
accessibili ai nostri sensi, essendo un riflesso della totalità dei
disturbi interni, esprimono nello stesso tempo uno sconvolgimento della
dynamis: di questa potenza interiore sottratta alla nostra osservazione.
In breve, esse mettono in evidenza la malattia nella sua interezza.
Al contrario, se il trattamento provoca la cessazione di tutti i
disturbi patologici, cioè la scomparsa di tutti quei cambiamenti
percepibili che modificano lo stato di salute, ne risulta come effetto,
e come necessaria implicazione, il ristabilimento del principio vitale
nella sua integrità, il che presuppone logicamente il ritorno alla
salute di tutto l'organismo.
Commento
In maniera molto lineare Hahnemann individua nell'alterazione
dell'energia vitale la causa delle malattie e specifica molto bene, che
tale alterazione non è visibile all'uomo. Ciò che è visibile
all'osservatore è il suo riflesso ed il termine è ben azzeccato.
Chiudiamo gli occhi e immaginiamo di avvicinarci ad una finestra,
curiosandone l'interno. L'altezza della finestra non ci permette di
vedere il pavimento, tuttavia il soffitto e le pareti sono ricoperti da
specchi. Lo studio degli specchi ci consentirà di comprendere la realtà
non visibile, ossia il movimento presente sul pavimento, che è la vera
causa di malattia. Quindi non è necessario ricercare insistentemente una
causa visibile del male, ma sarà necessario accertarsi che il riflesso
studiato agli specchi sia armonico e delicato nel suo insieme per capire
che il tema di quella stanza sarà la salute interiore.
Cristian Friedrich Samuel Hahnemann. La divina omeopatia e i divini
strumenti.
Paragrafo 12
La causa delle malattie è da attribuirsi esclusivamente ad una rottura
dell'equilibrio dell'energia vitale. Le manifestazioni patologiche
accessibili ai nostri sensi, essendo un riflesso della totalità dei
disturbi interni, esprimono nello stesso tempo uno sconvolgimento della
dynamis: di questa potenza interiore sottratta alla nostra osservazione.
In breve, esse mettono in evidenza la malattia nella sua interezza.
Al contrario, se il trattamento provoca la cessazione di tutti i
disturbi patologici, cioè la scomparsa di tutti quei cambiamenti
percepibili che modificano lo stato di salute, ne risulta come effetto,
e come necessaria implicazione, il ristabilimento del principio vitale
nella sua integrità, il che presuppone logicamente il ritorno alla
salute di tutto l'organismo.
Commento
In maniera molto lineare Hahnemann individua nell'alterazione
dell'energia vitale la causa delle malattie e specifica molto bene, che
tale alterazione non è visibile all'uomo. Ciò che è visibile
all'osservatore è il suo riflesso ed il termine è ben azzeccato.
Chiudiamo gli occhi e immaginiamo di avvicinarci ad una finestra,
curiosandone l'interno. L'altezza della finestra non ci permette di
vedere il pavimento, tuttavia il soffitto e le pareti sono ricoperti da
specchi. Lo studio degli specchi ci consentirà di comprendere la realtà
non visibile, ossia il movimento presente sul pavimento, che è la vera
causa di malattia. Quindi non è necessario ricercare insistentemente una
causa visibile del male, ma sarà necessario accertarsi che il riflesso
studiato agli specchi sia armonico e delicato nel suo insieme per capire
che il tema di quella stanza sarà la salute interiore.
Primo quarto - L'Endocrinologia sistemica - gli ormoni e i loro input.
Le ghiandole del sistema endocrino sono diverse, alcune più grandi e
importanti, altre più piccole e disseminate fra le cellule dei diversi
organi. La tiroide è sicuramente la ghiandola più importante, ma un suo
mal funzionamento ci permette comunque di arrivare ben avanti con gli
anni. Insomma non si muore. Non altrettanto si può dire della ghiandola
surrenalica, così definita dalla sua posizione anatomica, posta proprio
sopra al rene, come fosse un cappuccio. Il surrene determina la
sopravvivenza dell'individuo in situazioni di allarme. Pochissimi la
conoscono, forse gli addetti ai lavori, ma tutti la nominano a loro
insaputa, sotto il termine di stress. Ebbene sì, la ghiandola
surrenalica, complessa nella sua costruzione anatomica interiore, è
colei che ci difende dagli attacchi di eventi acuti stressanti, sia
fisici che psicologici, attivando risorse utile a risolvere quel dato
problema. Dopo aver scritto tanto di tiroide, credo sia arrivato il
momento di approfondire i fini meccanismi degli ormoni surrenalici,
svelandovi segreti che aiuteranno a capire come la modalità di reazione
allo stress sia unica, centrale e finalizzata solo ad uno scopo: alla
vita e alla protezione della propria specie.
Le ghiandole del sistema endocrino sono diverse, alcune più grandi e
importanti, altre più piccole e disseminate fra le cellule dei diversi
organi. La tiroide è sicuramente la ghiandola più importante, ma un suo
mal funzionamento ci permette comunque di arrivare ben avanti con gli
anni. Insomma non si muore. Non altrettanto si può dire della ghiandola
surrenalica, così definita dalla sua posizione anatomica, posta proprio
sopra al rene, come fosse un cappuccio. Il surrene determina la
sopravvivenza dell'individuo in situazioni di allarme. Pochissimi la
conoscono, forse gli addetti ai lavori, ma tutti la nominano a loro
insaputa, sotto il termine di stress. Ebbene sì, la ghiandola
surrenalica, complessa nella sua costruzione anatomica interiore, è
colei che ci difende dagli attacchi di eventi acuti stressanti, sia
fisici che psicologici, attivando risorse utile a risolvere quel dato
problema. Dopo aver scritto tanto di tiroide, credo sia arrivato il
momento di approfondire i fini meccanismi degli ormoni surrenalici,
svelandovi segreti che aiuteranno a capire come la modalità di reazione
allo stress sia unica, centrale e finalizzata solo ad uno scopo: alla
vita e alla protezione della propria specie.
Luna nuova: Filosofeggiare in medicina - I concetti astratti.
Se il medico e il paziente impareranno ad osservare il movimento della
natura, capiranno il valore delle radici, la forza delle stesse, e sia
la cura, che la vita potranno durare a lungo. La radice è un concetto
troppo importante per non dare un doveroso approfondimento. Noi stessi
siamo alberi, racchiusi in una corteccia più o meno spessa. Dopotutto
esiste nell'uomo un sistema denominato linfatico ed esiste a livello
cerebrale un intreccio fitto di connessioni nervose, che se guardate al
microscopio elettronico, possono essere assimilate alle fitte
terminazioni radicolari di un albero secolare nel terreno. Nella linfa
scorrono nutrimento e difese immunitarie, nella profondità del sistema
nervoso è nascosto ciò che non conosciamo: l'incoscio. Le radici sono
proprio lì, si allungano in un passato inconsapevole, da cui deriviamo.
Un mondo inesplorato, forse qualche blanda informazione dai genitori, ma
le radici vanno ben al di là della generazione prima, ben oltre la
seconda e anche della terza. Le radici sono la storia di vita di ognuno
di noi, guidano il nostro movimento, apparentemente libero e
consapevole, ma in realtà determinato da un passato per buona parte
inesplorato. Tocca al medico, attraverso la sua sensibilità di cura,
scavare la terrà e far emergere dall'ignoto il noto: la radice di cura
del malato.
Se il medico e il paziente impareranno ad osservare il movimento della
natura, capiranno il valore delle radici, la forza delle stesse, e sia
la cura, che la vita potranno durare a lungo. La radice è un concetto
troppo importante per non dare un doveroso approfondimento. Noi stessi
siamo alberi, racchiusi in una corteccia più o meno spessa. Dopotutto
esiste nell'uomo un sistema denominato linfatico ed esiste a livello
cerebrale un intreccio fitto di connessioni nervose, che se guardate al
microscopio elettronico, possono essere assimilate alle fitte
terminazioni radicolari di un albero secolare nel terreno. Nella linfa
scorrono nutrimento e difese immunitarie, nella profondità del sistema
nervoso è nascosto ciò che non conosciamo: l'incoscio. Le radici sono
proprio lì, si allungano in un passato inconsapevole, da cui deriviamo.
Un mondo inesplorato, forse qualche blanda informazione dai genitori, ma
le radici vanno ben al di là della generazione prima, ben oltre la
seconda e anche della terza. Le radici sono la storia di vita di ognuno
di noi, guidano il nostro movimento, apparentemente libero e
consapevole, ma in realtà determinato da un passato per buona parte
inesplorato. Tocca al medico, attraverso la sua sensibilità di cura,
scavare la terrà e far emergere dall'ignoto il noto: la radice di cura
del malato.
Ultimo quarto: I dati di laboratorio - Interpretazione biochimica
La metilen-tetraidrofolato reduttasi (MTHFR) è un enzima coinvolto nella
trasformazione del 5-10 metilen-tetraidrofolato (THF) in 5 metil-THF, la
più abbondante forma circolante di acido folico, che serve come donatore
di metili per la rimetilazione della omocisteina a metionina, reazione
(catalizzata dalla metionina sintasi) per cui è necessaria la vitamina
B12. L'omocisteina è un vero e proprio crocevia metabolico. In
particolare, il metabolismo della omocisteina lega il ciclo della
metionina a quello dell'acido folico (in cui interviene come cofattore
la vitamina B2 riboflavina) ed inoltre l'omocisteina può essere
metabolizzata attraverso un'altra via (transulfurazione) in cui
interviene l'enzima cistationina beta sintasi, che richiede come
cofattore la vitamina B6 (piridossal fosfato). La mutazione MTHFR C677T
è un polimorfismo comune con una frequenza degli eterozigoti in Europa
pari al 30-40% (gli omozigoti 10-15%); è una mutazione puntiforme da
citosina (C) a timina (T) in posizione 677 (C677T), che dà origine ad
una sostituzione aminoacidica alanina (A) -valina (V) al residuo 223,
responsabile della termolabilità dell'enzima e della sua minore attività
a cui può conseguire un'elevazione lieve-moderata della omocisteina.
Dato che tutti ne parlano e tutti ne sanno mi pareva giusto scrivere in
estrema sintesi tecnico-scientifica il suo vero significato clinico. Mi
pare che ci sia poco di semplice. La linearità con la quale a volta si
cerca una soluzione al problema, esempio trombosi, si scontrerà con il
fallimento della stessa, perchè all'uomo mancherà sempre un elemento
biochimico per chiudere il cerchio. Se invece imparassimo a liberare le
emozioni, invece che trattenerle, magari, anche il sangue manterrebbe la
sua innata fluidità.
La metilen-tetraidrofolato reduttasi (MTHFR) è un enzima coinvolto nella
trasformazione del 5-10 metilen-tetraidrofolato (THF) in 5 metil-THF, la
più abbondante forma circolante di acido folico, che serve come donatore
di metili per la rimetilazione della omocisteina a metionina, reazione
(catalizzata dalla metionina sintasi) per cui è necessaria la vitamina
B12. L'omocisteina è un vero e proprio crocevia metabolico. In
particolare, il metabolismo della omocisteina lega il ciclo della
metionina a quello dell'acido folico (in cui interviene come cofattore
la vitamina B2 riboflavina) ed inoltre l'omocisteina può essere
metabolizzata attraverso un'altra via (transulfurazione) in cui
interviene l'enzima cistationina beta sintasi, che richiede come
cofattore la vitamina B6 (piridossal fosfato). La mutazione MTHFR C677T
è un polimorfismo comune con una frequenza degli eterozigoti in Europa
pari al 30-40% (gli omozigoti 10-15%); è una mutazione puntiforme da
citosina (C) a timina (T) in posizione 677 (C677T), che dà origine ad
una sostituzione aminoacidica alanina (A) -valina (V) al residuo 223,
responsabile della termolabilità dell'enzima e della sua minore attività
a cui può conseguire un'elevazione lieve-moderata della omocisteina.
Dato che tutti ne parlano e tutti ne sanno mi pareva giusto scrivere in
estrema sintesi tecnico-scientifica il suo vero significato clinico. Mi
pare che ci sia poco di semplice. La linearità con la quale a volta si
cerca una soluzione al problema, esempio trombosi, si scontrerà con il
fallimento della stessa, perchè all'uomo mancherà sempre un elemento
biochimico per chiudere il cerchio. Se invece imparassimo a liberare le
emozioni, invece che trattenerle, magari, anche il sangue manterrebbe la
sua innata fluidità.
Luna piena: La dottrina omeopatica - Organon dell’arte del guarire.
Cristian Friedrich Samuel Hahnemann. La divina omeopatia e i divini
strumenti.
Paragrafo 11
Quando un uomo si ammala, questa energia vitale immateriale (principio
di vita), di per sé attiva e presente dovunque nel suo corpo, è la sola
che, fin dall'inizio della malattia, risente dell'influenza dinamica
dell'agente patogeno contrario alla vita.
Soltanto il principio vitale, dopo essere stato in tal modo sconvolto, è
in grado di procurare all'organismo sensazioni spiacevoli e di spingerlo
a quelle azioni insolite che noi chiamiamo malattie. Infatti, essendo
invisibile, e potendo essere riconosciuta esclusivamente attraverso gli
effetti che ha provocato sull'organismo, questa entità energetica
esprime e rivela il proprio turbamento solo mediante manifestazioni
patologiche delle sensazioni e delle funzioni, ovvero tramite sintomi
morbosi (le sole manifestazioni, queste, ad essere accessibili ai sensi
dell'osservatore e del medico).
Commento
Addentrandoci nel concetto di malattia comprendiamo dal paragrafo che la
malattia è prima di tutto uno scontro fra energie, forza vitale da una
parte e forza ammalante dall'altra. Lo scontro dinamico sconvolge
immaterialmente il principio di vita, che esprimerà il suo cambiamento
di stato con la totalità dei sintomi rilevabile ai sensi di un medico,
che però non dovrà soffermarsi solo ad una parte dei sintomi, altrimenti
non giungerà mai a capire lo squilibrio di fondo.
Cristian Friedrich Samuel Hahnemann. La divina omeopatia e i divini
strumenti.
Paragrafo 11
Quando un uomo si ammala, questa energia vitale immateriale (principio
di vita), di per sé attiva e presente dovunque nel suo corpo, è la sola
che, fin dall'inizio della malattia, risente dell'influenza dinamica
dell'agente patogeno contrario alla vita.
Soltanto il principio vitale, dopo essere stato in tal modo sconvolto, è
in grado di procurare all'organismo sensazioni spiacevoli e di spingerlo
a quelle azioni insolite che noi chiamiamo malattie. Infatti, essendo
invisibile, e potendo essere riconosciuta esclusivamente attraverso gli
effetti che ha provocato sull'organismo, questa entità energetica
esprime e rivela il proprio turbamento solo mediante manifestazioni
patologiche delle sensazioni e delle funzioni, ovvero tramite sintomi
morbosi (le sole manifestazioni, queste, ad essere accessibili ai sensi
dell'osservatore e del medico).
Commento
Addentrandoci nel concetto di malattia comprendiamo dal paragrafo che la
malattia è prima di tutto uno scontro fra energie, forza vitale da una
parte e forza ammalante dall'altra. Lo scontro dinamico sconvolge
immaterialmente il principio di vita, che esprimerà il suo cambiamento
di stato con la totalità dei sintomi rilevabile ai sensi di un medico,
che però non dovrà soffermarsi solo ad una parte dei sintomi, altrimenti
non giungerà mai a capire lo squilibrio di fondo.
Primo quarto - L'Endocrinologia sistemica - gli ormoni e i loro input.
L'analisi citologica di un nodulo tiroideo. Commento ai referti Tir4 e
Tir5.
I numeri iniziano a diventare più delicati. Qui non si scherza e bisogna
comunicare al paziente che c'è un elevato sospetto diagnostico. O meglio
nel Tir5 la certezza è pressoché assoluta e non si scampa, nel Tir4 si
ha ancora un pochino di speranza che ciò possa essere uno sbaglio, ma è
poca. Sono gli esiti che non vorresti, ma che esistono e un significato
bisogna pur attribuirlo. La tiroide è una ghiandola particolare e nella
sua particolarità ha dei tratti che sono estremi: i tumori maligni della
tiroide sono più frequenti negli giovani-adulti, ma in pratica non
uccidono nessuno, ma nello stesso tempo le cellule tiroidee sono in
grado di generare il tumore più aggressivo, che non lascia scampo al mal
capitato, in genere per fortuna anziano e già malandato. Tuttavia al
paziente non interessa sapere che non morirà di tumore della tiroide,
egli non vuole avere un tumore in sé. La notizia ti cambia anche se non
lo dimostri. Il medico attento ancora una volta deve tener ben presente
tutti questi aspetti nel momento in cui descrive e consegna l'esito di
un'esame citologico di un nodulo tiroideo Tir5. Ha in mano non solo la
salute fisica, ma soprattutto e ancor di più quella psicologica e di
relazione del paziente.
L'analisi citologica di un nodulo tiroideo. Commento ai referti Tir4 e
Tir5.
I numeri iniziano a diventare più delicati. Qui non si scherza e bisogna
comunicare al paziente che c'è un elevato sospetto diagnostico. O meglio
nel Tir5 la certezza è pressoché assoluta e non si scampa, nel Tir4 si
ha ancora un pochino di speranza che ciò possa essere uno sbaglio, ma è
poca. Sono gli esiti che non vorresti, ma che esistono e un significato
bisogna pur attribuirlo. La tiroide è una ghiandola particolare e nella
sua particolarità ha dei tratti che sono estremi: i tumori maligni della
tiroide sono più frequenti negli giovani-adulti, ma in pratica non
uccidono nessuno, ma nello stesso tempo le cellule tiroidee sono in
grado di generare il tumore più aggressivo, che non lascia scampo al mal
capitato, in genere per fortuna anziano e già malandato. Tuttavia al
paziente non interessa sapere che non morirà di tumore della tiroide,
egli non vuole avere un tumore in sé. La notizia ti cambia anche se non
lo dimostri. Il medico attento ancora una volta deve tener ben presente
tutti questi aspetti nel momento in cui descrive e consegna l'esito di
un'esame citologico di un nodulo tiroideo Tir5. Ha in mano non solo la
salute fisica, ma soprattutto e ancor di più quella psicologica e di
relazione del paziente.
Luna nuova: Filosofeggiare in medicina - I concetti astratti.
Credo che la foto possa parlare da sola. Non dovrebbe essere necessario
aggiungere altro. Gli alberi hanno radici che sono in grado di
infrangere asfalti in cemento. Emergono dalla terra e ribaltano il
profilo piano della strada. Chi è la radice: la Natura. Chi è il
cemento: l'Uomo. Chi vince: nessuno. Chi perde: nessuno. Il rapporto tra
l'essere umano e madre natura non è una battaglia, ma deve essere
occasione per l'uomo di insegnamento e crescita interiore al fine
ottenere una salute individuale che sia pura. Quindi un medico
coscienzioso deve tenere ben presente tale immagine, ricordandosi, che
potrà costruire gli argini più robusti, l'asfalto più solido che
conosca, ma la Natura con il suo tempo immortale, la sua costanza
infinita, finirà prima o poi per rompere la barriera artificiale umana.
La rottura non sarà traumatica, ma lentamente sottile, cosicché
inciamperà l'uomo camminando troppo sicuro sul suo stesso cammino. Se
invece il medico e il paziente impareranno ad osservare il movimento
della natura, capiranno il valore delle radici, la forza delle stesse, e
sia la cura del medico, che la vita del paziente potranno durare a
lungo.
Credo che la foto possa parlare da sola. Non dovrebbe essere necessario
aggiungere altro. Gli alberi hanno radici che sono in grado di
infrangere asfalti in cemento. Emergono dalla terra e ribaltano il
profilo piano della strada. Chi è la radice: la Natura. Chi è il
cemento: l'Uomo. Chi vince: nessuno. Chi perde: nessuno. Il rapporto tra
l'essere umano e madre natura non è una battaglia, ma deve essere
occasione per l'uomo di insegnamento e crescita interiore al fine
ottenere una salute individuale che sia pura. Quindi un medico
coscienzioso deve tenere ben presente tale immagine, ricordandosi, che
potrà costruire gli argini più robusti, l'asfalto più solido che
conosca, ma la Natura con il suo tempo immortale, la sua costanza
infinita, finirà prima o poi per rompere la barriera artificiale umana.
La rottura non sarà traumatica, ma lentamente sottile, cosicché
inciamperà l'uomo camminando troppo sicuro sul suo stesso cammino. Se
invece il medico e il paziente impareranno ad osservare il movimento
della natura, capiranno il valore delle radici, la forza delle stesse, e
sia la cura del medico, che la vita del paziente potranno durare a
lungo.
Ultimo quarto: I dati di laboratorio - Interpretazione biochimica
PCR ossia proteina C reattiva. Proteina prodotta dal fegato e rilasciata
nel sangue, nelle prime fasi di un'infezione, di un’infiammazione o di
un danno tissutale. Spesso è combinata al dosaggio della VES, ma da sola
non è in grado di accertare una malattia specifica. È utile come
indicatore generale di un’infiammazione, della sua gravità e per seguire
nel tempo l’efficacia di una cura, ad esempio antibiotica o steroidea.
Tuttavia al di là degli utilizzi in campo infettivo, vorrei sottolineare
come il marker sia fondamentale nella valutazione del paziente obeso.
L'obesità, o meglio, la condizione di insulina-resistenza ad essa
correlata, determina uno stato pro-infiammatorio sistemico, che innalza
lievemente il valore di PCR. Quindi dosare il valore di PCR e seguirne
il suo andamento nel tempo può aiutare il medico a comprendere meglio il
rischio cardio-vascolare, ossia di infarto miocardico acuto, di quel
specifico paziente. Non dobbiamo dimenticarci che, tra le cause di morte
nei paesi occidentali, quelle cardiovascolari sono al primo posto. Oggi
ancora di più, saper discriminare tra un'obesità semplice e un'obesità
complicata ha un valore ancora più profondo dato che i fattori
ambientali virali oggi predominanti colpiscono proprio sotto questo
profilo cardio-vascolare.
PCR ossia proteina C reattiva. Proteina prodotta dal fegato e rilasciata
nel sangue, nelle prime fasi di un'infezione, di un’infiammazione o di
un danno tissutale. Spesso è combinata al dosaggio della VES, ma da sola
non è in grado di accertare una malattia specifica. È utile come
indicatore generale di un’infiammazione, della sua gravità e per seguire
nel tempo l’efficacia di una cura, ad esempio antibiotica o steroidea.
Tuttavia al di là degli utilizzi in campo infettivo, vorrei sottolineare
come il marker sia fondamentale nella valutazione del paziente obeso.
L'obesità, o meglio, la condizione di insulina-resistenza ad essa
correlata, determina uno stato pro-infiammatorio sistemico, che innalza
lievemente il valore di PCR. Quindi dosare il valore di PCR e seguirne
il suo andamento nel tempo può aiutare il medico a comprendere meglio il
rischio cardio-vascolare, ossia di infarto miocardico acuto, di quel
specifico paziente. Non dobbiamo dimenticarci che, tra le cause di morte
nei paesi occidentali, quelle cardiovascolari sono al primo posto. Oggi
ancora di più, saper discriminare tra un'obesità semplice e un'obesità
complicata ha un valore ancora più profondo dato che i fattori
ambientali virali oggi predominanti colpiscono proprio sotto questo
profilo cardio-vascolare.
Luna piena: La dottrina omeopatica - Organon dell’arte del guarire.
Cristian Friedrich Samuel Hahnemann. La divina omeopatia e i divini
strumenti.
Paragrafo 10
L’organismo materiale, considerato senza forza vitale, è incapace di
alcuna sensazione, di alcuna attività e di autoconservazione.
Unicamente l’essenza immateriale — principio vitale, forza vitale —
conferisce all’organismo materiale, nello stato di salute e di malattia,
tutte le sensazioni e determina le sue funzioni vitali.
Commento
Il paragrafo si collega al precedente rafforzando il ruolo della forza
vitale, che nutre e dirige il corpo materiale. La materia è importante,
ci permette di finalizzare un movimento, di trasformare il cibo in
energia, ma chi guida il tutto ? Non è nella materia che possiamo
cercare il "capo" ma in ciò che è impercettibile all'occhio umano:
l'essenza immateriale, ovvero principio di vita, che dona all'individuo
in carne e ossa le sensazione, sia di quando sta bene sia di quando è
malato. Dopotutto sfido chiunque a dirmi che la sensazione di malessere
o benessere sia qualcosa di metricamente misurabile.
Cristian Friedrich Samuel Hahnemann. La divina omeopatia e i divini
strumenti.
Paragrafo 10
L’organismo materiale, considerato senza forza vitale, è incapace di
alcuna sensazione, di alcuna attività e di autoconservazione.
Unicamente l’essenza immateriale — principio vitale, forza vitale —
conferisce all’organismo materiale, nello stato di salute e di malattia,
tutte le sensazioni e determina le sue funzioni vitali.
Commento
Il paragrafo si collega al precedente rafforzando il ruolo della forza
vitale, che nutre e dirige il corpo materiale. La materia è importante,
ci permette di finalizzare un movimento, di trasformare il cibo in
energia, ma chi guida il tutto ? Non è nella materia che possiamo
cercare il "capo" ma in ciò che è impercettibile all'occhio umano:
l'essenza immateriale, ovvero principio di vita, che dona all'individuo
in carne e ossa le sensazione, sia di quando sta bene sia di quando è
malato. Dopotutto sfido chiunque a dirmi che la sensazione di malessere
o benessere sia qualcosa di metricamente misurabile.
Primo quarto - L'Endocrinologia sistemica - gli ormoni e i loro input.
L'analisi citologica di un nodulo tiroideo. Commento ai referti Tir3a e
Tir3b.
Ben vengano le letterine dell'alfabeto, introdotte dal 2009, anno della
mia specializzazione in Endocrinologia. La nuova classificazione ha
rivoluzionato l'atteggiamento terapeutico dei noduli e anch'io seppur
fresco di specialità ho dovuto ristudiare la citologia dei noduli
tiroidei. Il concetto è semplice: il numero 3 è sempre un segnale di
verosimile benignità della lesione, ma fino a quando il nodulo non venga
asportato chirurgicamente non possiamo esserne totalmente sicuri.
Pertanto quando l'esito era solamente Tir3 l'indicazione chirurgica era
mandatoria; il paziente viveva alcune settimane con il pensiero di avere
"qualcosa di brutto", nonostante l'Endocrinologo rincuorasse sulla quasi
totalità dei casi di benignità. L'umore del paziente difficilmente
migliorava perché alla fine l'intervento chirurgico e la rimozione di
una ghiandola funzionante dovevano avvenire. Il dopo intervento era di
solito caratterizzato dal sollievo per l'esito rassicurante ma nello
stesso tempo la necessità di una cura a vita per l'ipotiroidismo
post-chirurgico. Questa diatriba sulla necessità o meno dell'intervento
è sempre esista nell'Endocrinologia ed ad oggi è stata risolta
suddividendo l'esito Tir3 in due sottogruppi: quelli con la lettera "a"
ove la percentuale di benignità della lesione raggiunge il 90 % e quindi
il consiglio è quello di proseguire con un follow-up ecografico; quelli
con la lettera "b" dove la percentuale di benignità si abbassa
notevolmente al 60 % e pertanto l'indicazione chirurgica rimane la
scelta più saggia. In questo modo effettivamente sono stati evitati
diversi interventi chirurgici, preservando tiroidi ben funzionanti e si
inviano al letto operatorio solo quelle effettivamente più sospette. Ci
si può chiedere quale sia la differenza tra Tir2 e Tir3a, mentre il
primo esito i successivi controlli ecografia del collo possono essere
più blandi, in caso di Tir 3a il controllo ecografico del nodulo deve
essere più rigoroso ed eseguito in mani esperte, insomma, non
dimenticatevelo.
L'analisi citologica di un nodulo tiroideo. Commento ai referti Tir3a e
Tir3b.
Ben vengano le letterine dell'alfabeto, introdotte dal 2009, anno della
mia specializzazione in Endocrinologia. La nuova classificazione ha
rivoluzionato l'atteggiamento terapeutico dei noduli e anch'io seppur
fresco di specialità ho dovuto ristudiare la citologia dei noduli
tiroidei. Il concetto è semplice: il numero 3 è sempre un segnale di
verosimile benignità della lesione, ma fino a quando il nodulo non venga
asportato chirurgicamente non possiamo esserne totalmente sicuri.
Pertanto quando l'esito era solamente Tir3 l'indicazione chirurgica era
mandatoria; il paziente viveva alcune settimane con il pensiero di avere
"qualcosa di brutto", nonostante l'Endocrinologo rincuorasse sulla quasi
totalità dei casi di benignità. L'umore del paziente difficilmente
migliorava perché alla fine l'intervento chirurgico e la rimozione di
una ghiandola funzionante dovevano avvenire. Il dopo intervento era di
solito caratterizzato dal sollievo per l'esito rassicurante ma nello
stesso tempo la necessità di una cura a vita per l'ipotiroidismo
post-chirurgico. Questa diatriba sulla necessità o meno dell'intervento
è sempre esista nell'Endocrinologia ed ad oggi è stata risolta
suddividendo l'esito Tir3 in due sottogruppi: quelli con la lettera "a"
ove la percentuale di benignità della lesione raggiunge il 90 % e quindi
il consiglio è quello di proseguire con un follow-up ecografico; quelli
con la lettera "b" dove la percentuale di benignità si abbassa
notevolmente al 60 % e pertanto l'indicazione chirurgica rimane la
scelta più saggia. In questo modo effettivamente sono stati evitati
diversi interventi chirurgici, preservando tiroidi ben funzionanti e si
inviano al letto operatorio solo quelle effettivamente più sospette. Ci
si può chiedere quale sia la differenza tra Tir2 e Tir3a, mentre il
primo esito i successivi controlli ecografia del collo possono essere
più blandi, in caso di Tir 3a il controllo ecografico del nodulo deve
essere più rigoroso ed eseguito in mani esperte, insomma, non
dimenticatevelo.
Luna nuova: Filosofeggiare in medicina - I concetti astratti.
Immaginiamo di essere bloccati in piena estate in un ascensore piuttosto
stretto, privo di aria condizionata. Per chiunque la sensazione non
sarebbe piacevole. In cattività gli animali fanno molta più fatica a
riprodursi, mentre liberi nel loro habitat naturale non incontrano
alcuna difficoltà. Il concetto di libertà è un qualcosa di
implicitamente intimo in Natura, su cui l'uomo dovrebbe lavorare in
maniera più approfondita e meno superficiale. Un medico la cui libertà
intellettuale è vincolata da leggi inadatte ad esprimere il proprio
sapere non potrà mai prescrivere una cura che sia veramente curativa.
Così vale per il paziente, che, se privato della capacità liberale di
cura, non riuscirà ad ottenere il massimo beneficio dalle medicine
somministrate, anche se fossero le migliori esistenti. Questo perchè
nell'esatto momento in cui si è imprigionati in quell'ascensore, al
caldo, l'ormone che domina è quello del panico, della paura di morire
soffocati ed è così che si inquina un atto terapeutico. La cura potrà
anche essere ottima, ma al paziente rimarrà quella sensazione sgradevole
di soffocamento, o meglio, mancanza d'aria, che non gli permetterà di
assaporare i reali benefici, lasciandolo sempre in uno stato di
inquietudine nella ricerca di una via d'uscita al malanno. La libertà
ovunque presente in Natura, dal volo di un aquila nel cielo azzurro alla
lava in eruzione di un vulcano attivo, ci permetterà di raggiungere
traguardi insperati. Freedom.
Immaginiamo di essere bloccati in piena estate in un ascensore piuttosto
stretto, privo di aria condizionata. Per chiunque la sensazione non
sarebbe piacevole. In cattività gli animali fanno molta più fatica a
riprodursi, mentre liberi nel loro habitat naturale non incontrano
alcuna difficoltà. Il concetto di libertà è un qualcosa di
implicitamente intimo in Natura, su cui l'uomo dovrebbe lavorare in
maniera più approfondita e meno superficiale. Un medico la cui libertà
intellettuale è vincolata da leggi inadatte ad esprimere il proprio
sapere non potrà mai prescrivere una cura che sia veramente curativa.
Così vale per il paziente, che, se privato della capacità liberale di
cura, non riuscirà ad ottenere il massimo beneficio dalle medicine
somministrate, anche se fossero le migliori esistenti. Questo perchè
nell'esatto momento in cui si è imprigionati in quell'ascensore, al
caldo, l'ormone che domina è quello del panico, della paura di morire
soffocati ed è così che si inquina un atto terapeutico. La cura potrà
anche essere ottima, ma al paziente rimarrà quella sensazione sgradevole
di soffocamento, o meglio, mancanza d'aria, che non gli permetterà di
assaporare i reali benefici, lasciandolo sempre in uno stato di
inquietudine nella ricerca di una via d'uscita al malanno. La libertà
ovunque presente in Natura, dal volo di un aquila nel cielo azzurro alla
lava in eruzione di un vulcano attivo, ci permetterà di raggiungere
traguardi insperati. Freedom.
Ultimo quarto: I dati di laboratorio - Interpretazione biochimica
VES ossia Velocità di EritroSedimentazione. Insieme all'esame
emocromocitometrico, al dosaggio del glucosio, la VES rappresenta uno
dei capisaldi della vecchia scuola di biochimica di laboratorio. Esame
semplice: dopo aver prelevato il sangue dal malato, lo si mette in una
provetta, contenente un elemento che rende il sangue non coagulabile; si
posiziona la provetta verticalmente perchè il segreto è tutto qui. I
globuli rossi, con la loro forma piatta ellissoidale, si impilano, per
attrazione di superficie propria, l'uno con l'altro a creare dei
rouleaux, simili a pile di monete, misurabili in un'altezza millimetrica
calcolata sull'ora. In condizioni di salute la capacità di attrazione
dei globuli rossi è bassa pertanto valori bassi di VES sono espressione
di benessere in genere, tuttavia un valore elevato non deve essere
considerato per forza un elemento nefasto. Questo perchè le cause di
aumento della VES sono molteplici, sia patologiche, come nel caso di
infezioni o malattie autoimmuni, ma anche fisiologiche come nel caso di
gravidanza o ciclo mestruale. Ancora una volta l'interpretazione di un
fenomeno fisico, semplice nel suo meccanismo - chi di voi non abbia mai
costruito una pila di monetine - risulta assai complesso nella diagnosi
clinica e il limite più grande è che la mente umana razionale pensa
sempre al peggio, mentre l'istinto a sopravvivere.
VES ossia Velocità di EritroSedimentazione. Insieme all'esame
emocromocitometrico, al dosaggio del glucosio, la VES rappresenta uno
dei capisaldi della vecchia scuola di biochimica di laboratorio. Esame
semplice: dopo aver prelevato il sangue dal malato, lo si mette in una
provetta, contenente un elemento che rende il sangue non coagulabile; si
posiziona la provetta verticalmente perchè il segreto è tutto qui. I
globuli rossi, con la loro forma piatta ellissoidale, si impilano, per
attrazione di superficie propria, l'uno con l'altro a creare dei
rouleaux, simili a pile di monete, misurabili in un'altezza millimetrica
calcolata sull'ora. In condizioni di salute la capacità di attrazione
dei globuli rossi è bassa pertanto valori bassi di VES sono espressione
di benessere in genere, tuttavia un valore elevato non deve essere
considerato per forza un elemento nefasto. Questo perchè le cause di
aumento della VES sono molteplici, sia patologiche, come nel caso di
infezioni o malattie autoimmuni, ma anche fisiologiche come nel caso di
gravidanza o ciclo mestruale. Ancora una volta l'interpretazione di un
fenomeno fisico, semplice nel suo meccanismo - chi di voi non abbia mai
costruito una pila di monetine - risulta assai complesso nella diagnosi
clinica e il limite più grande è che la mente umana razionale pensa
sempre al peggio, mentre l'istinto a sopravvivere.
Luna piena: La dottrina omeopatica - Organon dell’arte del guarire.
Cristian Friedrich Samuel Hahnemann. La divina omeopatia e i divini
strumenti.
Paragrafo 9
Nello stato di salute dell’uomo la forza vitale, vivificatrice e
misteriosa, domina in modo assoluto e dinamico (autocrazia) il corpo
materiale (organismo) e tiene tutte le sue parti in meravigliosa vita
armonica di sensi ed attività, in modo che il nostro intelletto
ragionevole si possa servire liberamente di questo strumento sano e
vitale per gli scopi superiori della nostra esistenza.
Commento
Il paragrafo introduce un concetto molto caro alla dottrina omeopatica:
quello di forza vitale. L'omeopatia appartiene quindi alle discipline
vitalistiche, che si contrappongono a quelle meccanicistiche
dell'allopatia. Qui dobbiamo decidere se pensare che la malattia sia
puramente un fatto molecolare, oppure andare al di là, afferrando l'idea
che una forza, appunto, vitale, impercettibile, domini e tessa le fila
della scena. Accettare quest'ultima teoria non significa eliminare la
razionalità umana, anzi, essa è ben sottolinea nei termini di
"intelletto ragionevole", ma quantunque il razionale sia perfetto non ci
potrà mai svelare il significato della nostra esistenza, che potrà
essere raggiunto solo con l'armonia vivificatrice della nostra forza
vitale.
Cristian Friedrich Samuel Hahnemann. La divina omeopatia e i divini
strumenti.
Paragrafo 9
Nello stato di salute dell’uomo la forza vitale, vivificatrice e
misteriosa, domina in modo assoluto e dinamico (autocrazia) il corpo
materiale (organismo) e tiene tutte le sue parti in meravigliosa vita
armonica di sensi ed attività, in modo che il nostro intelletto
ragionevole si possa servire liberamente di questo strumento sano e
vitale per gli scopi superiori della nostra esistenza.
Commento
Il paragrafo introduce un concetto molto caro alla dottrina omeopatica:
quello di forza vitale. L'omeopatia appartiene quindi alle discipline
vitalistiche, che si contrappongono a quelle meccanicistiche
dell'allopatia. Qui dobbiamo decidere se pensare che la malattia sia
puramente un fatto molecolare, oppure andare al di là, afferrando l'idea
che una forza, appunto, vitale, impercettibile, domini e tessa le fila
della scena. Accettare quest'ultima teoria non significa eliminare la
razionalità umana, anzi, essa è ben sottolinea nei termini di
"intelletto ragionevole", ma quantunque il razionale sia perfetto non ci
potrà mai svelare il significato della nostra esistenza, che potrà
essere raggiunto solo con l'armonia vivificatrice della nostra forza
vitale.
Primo quarto - L'Endocrinologia sistemica - gli ormoni e i loro input.
L'analisi citologica di un nodulo tiroideo. Commento ai referti Tir1
Tir1c e Tir2.
Tir1 è sempre un esito un pochino deludente, ma è presente fino al 20 %
del totale dei referti. Semplicemente significa che la quantità di
materiale è insufficiente per porre una diagnosi corretta. I motivi sono
diversi, colpa di chi ha allestito il vetrino, colpa della tipologia di
nodulo che non si lascia prelevare cellule, colpa anche di nuove
indicazioni più stringenti, che ritengono siano necessarie più cellule
per campo per porre una diagnosi di benignità, ossia Tir2. Ecco quindi
che la collaborazione con l'Anatomo Patologo è fondamentale, perchè
seppur di poche cellule si tratti, se son buone o cattive, qualche
indizio lo lasciano pure. Il dato poi unito all'esperienza
dell'Endocrinologo sapientemente guidato dall'immagine ecografica potrà
far decidere se la ripetizione debba avvenire presto oppure più avanti
nel tempo. Ripetizione però deve trattarsi, poichè un referto Tir1 non è
mai diagnostico.
Tir1c invece ci agevola poichè la letterina aggiunta ci identifica il
carattere cistico della lesione e in una cisti di cellule tiroidee non
se ne possono trovare, poichè è composta da liquido e istiociti,
elementi deputati a riassorbire il liquido in questione. Sono lesioni
benigne se in accordo al quadro ecografico del paziente.
Tir2 è l'esito che tutti attendiamo che identifica la benignità del
nodulo e comunque raggiunge il 90 % dei casi. Il risultato ci dona
sollievo, ci rasserena, ma come sempre non dobbiamo dimenticare il
possibile errore umano, seppur rarissimo. Per tale motivo consiglio di
proseguire nel controllo periodico ecografico del nodulo, anche ogni 3
anni, ma mai accantonarlo. Ricordo che i noduli benigni possono
aumentare di dimensioni e seppur citologicamente innocui non è detto che
non possano dar fastidio localmente.
L'analisi citologica di un nodulo tiroideo. Commento ai referti Tir1
Tir1c e Tir2.
Tir1 è sempre un esito un pochino deludente, ma è presente fino al 20 %
del totale dei referti. Semplicemente significa che la quantità di
materiale è insufficiente per porre una diagnosi corretta. I motivi sono
diversi, colpa di chi ha allestito il vetrino, colpa della tipologia di
nodulo che non si lascia prelevare cellule, colpa anche di nuove
indicazioni più stringenti, che ritengono siano necessarie più cellule
per campo per porre una diagnosi di benignità, ossia Tir2. Ecco quindi
che la collaborazione con l'Anatomo Patologo è fondamentale, perchè
seppur di poche cellule si tratti, se son buone o cattive, qualche
indizio lo lasciano pure. Il dato poi unito all'esperienza
dell'Endocrinologo sapientemente guidato dall'immagine ecografica potrà
far decidere se la ripetizione debba avvenire presto oppure più avanti
nel tempo. Ripetizione però deve trattarsi, poichè un referto Tir1 non è
mai diagnostico.
Tir1c invece ci agevola poichè la letterina aggiunta ci identifica il
carattere cistico della lesione e in una cisti di cellule tiroidee non
se ne possono trovare, poichè è composta da liquido e istiociti,
elementi deputati a riassorbire il liquido in questione. Sono lesioni
benigne se in accordo al quadro ecografico del paziente.
Tir2 è l'esito che tutti attendiamo che identifica la benignità del
nodulo e comunque raggiunge il 90 % dei casi. Il risultato ci dona
sollievo, ci rasserena, ma come sempre non dobbiamo dimenticare il
possibile errore umano, seppur rarissimo. Per tale motivo consiglio di
proseguire nel controllo periodico ecografico del nodulo, anche ogni 3
anni, ma mai accantonarlo. Ricordo che i noduli benigni possono
aumentare di dimensioni e seppur citologicamente innocui non è detto che
non possano dar fastidio localmente.
Luna nuova: La dottrina omeopatica - Il potere curativo dei medicamenti.
La Materia Medica Omeopatia: ACONITUM - Aconitum Napellus.
L'Aconito è conosciuto fin dalla più remota antichità ed è stato
utilizzato per avvelenare le bevande come per avvelenare le frecce e le
lance. Shakespeare, i cui personaggi amano servirsi di veleni violenti,
lo menziona e i greci lo utilizzavano a volte allo stesso scopo della
cicuta, vale a dire come veleno giudiziario. L'Aconitum è dunque un
tossico violento. La rapidità di azione del rimedio lo rende adatto
nelle situazione in cui i sintomi compaiono improvvisamente e con grande
intensità, in particolare alle febbri che appaiono bruscamente e
aumentano vertiginosamente. L'esempio più semplice è la reazione
iniziale ad un'infezione microbica quando il corpo non è ancora
intossicato ed è in possesso di tutti i suoi mezzi difensivi. Dal punto
di vista mentale il sintomo che domina è la paura, l'ansietà e
l'angoscia. L'individuo si agita ansiosamente, è angosciato, ha paura di
morire, si muove senza sosta, è rissoso, collerico e terrorizzato; il
minimo rumore è insopportabile.
Commento personale
Credo che Aconitum identifichi bene il pensiero omeopatico che considera
l'asse psichi-fisico un asse unico e inscindibile. Il rimedio darà
beneficio sia ad un individuo sano, in salute, colto alla sprovvista da
un'infezione microbica acuta, sia ad un malato debilitato
psicologicamente in preda ad attacchi di ansia e angoscia, privo di
qualsiasi infezione microbica in corso. Il motivo è semplice l'ansietà è
l'equivalente sul piano mentale della febbre sul piano fisico.
La Materia Medica Omeopatia: ACONITUM - Aconitum Napellus.
L'Aconito è conosciuto fin dalla più remota antichità ed è stato
utilizzato per avvelenare le bevande come per avvelenare le frecce e le
lance. Shakespeare, i cui personaggi amano servirsi di veleni violenti,
lo menziona e i greci lo utilizzavano a volte allo stesso scopo della
cicuta, vale a dire come veleno giudiziario. L'Aconitum è dunque un
tossico violento. La rapidità di azione del rimedio lo rende adatto
nelle situazione in cui i sintomi compaiono improvvisamente e con grande
intensità, in particolare alle febbri che appaiono bruscamente e
aumentano vertiginosamente. L'esempio più semplice è la reazione
iniziale ad un'infezione microbica quando il corpo non è ancora
intossicato ed è in possesso di tutti i suoi mezzi difensivi. Dal punto
di vista mentale il sintomo che domina è la paura, l'ansietà e
l'angoscia. L'individuo si agita ansiosamente, è angosciato, ha paura di
morire, si muove senza sosta, è rissoso, collerico e terrorizzato; il
minimo rumore è insopportabile.
Commento personale
Credo che Aconitum identifichi bene il pensiero omeopatico che considera
l'asse psichi-fisico un asse unico e inscindibile. Il rimedio darà
beneficio sia ad un individuo sano, in salute, colto alla sprovvista da
un'infezione microbica acuta, sia ad un malato debilitato
psicologicamente in preda ad attacchi di ansia e angoscia, privo di
qualsiasi infezione microbica in corso. Il motivo è semplice l'ansietà è
l'equivalente sul piano mentale della febbre sul piano fisico.
Ultimo quarto: I dati di laboratorio - Interpretazione biochimica
Gli eosinofili. L'aumento significativo degli stessi indica in modo
chiaro e netto una predisposizione allergica del soggetto in questione.
Il loro aumento può essere stagionale, legato a semplici fattori
ambientali come le fioriture, oppure cronico e nel caso in cui il valore
fosse associato a disturbi nella deglutizione sarebbe opportuno pensare
alla presenza di esofagite eosinofila patologia non così rara come
sembra e che qualche disturbino lo dà. Ma da buon pensatore di ormoni un
lieve aumento degli eosinofili in un soggetto magro, con predilezione
per i cibi salati, non particolarmente allergico, deve far pensare ad
una debolezza dell'asse del cortisolo, ossia dello stress. Difatti la
carenza cronica di cortisolo, detta anche morbo di Addison, si
accompagna spesso ad ipereosinofilia; la somministrazione di cortisolo
sintetico porta ad una rapida ripresa delle forze del soggetto e ad una
riduzione del numero degli eosinofili. In effetti quando dobbiamo curare
"qualcosa di allergico" il cortisone ci viene spesso incontro; la sua
forza dopotutto è quella di mettere a tacere il lamento di un sistema
immunitario sregolato e debole. Usato occasionalmente ci aiuta, ma alla
lunga indebolisce la nostra produzione endogena di cortisolo,
determinando un aumento generale degli eosinofili, che ci predisporranno
quindi alle allergie stagionali, che sono sempre più largamente diffuse
nella popolazione. L'endocrinologia applicata ai dati di laboratorio è
in grado di spiegarci l'evoluzione delle malattie nella specie umana nel
tempo: sarebbe un tesoro farne conoscenza ed uso.
Gli eosinofili. L'aumento significativo degli stessi indica in modo
chiaro e netto una predisposizione allergica del soggetto in questione.
Il loro aumento può essere stagionale, legato a semplici fattori
ambientali come le fioriture, oppure cronico e nel caso in cui il valore
fosse associato a disturbi nella deglutizione sarebbe opportuno pensare
alla presenza di esofagite eosinofila patologia non così rara come
sembra e che qualche disturbino lo dà. Ma da buon pensatore di ormoni un
lieve aumento degli eosinofili in un soggetto magro, con predilezione
per i cibi salati, non particolarmente allergico, deve far pensare ad
una debolezza dell'asse del cortisolo, ossia dello stress. Difatti la
carenza cronica di cortisolo, detta anche morbo di Addison, si
accompagna spesso ad ipereosinofilia; la somministrazione di cortisolo
sintetico porta ad una rapida ripresa delle forze del soggetto e ad una
riduzione del numero degli eosinofili. In effetti quando dobbiamo curare
"qualcosa di allergico" il cortisone ci viene spesso incontro; la sua
forza dopotutto è quella di mettere a tacere il lamento di un sistema
immunitario sregolato e debole. Usato occasionalmente ci aiuta, ma alla
lunga indebolisce la nostra produzione endogena di cortisolo,
determinando un aumento generale degli eosinofili, che ci predisporranno
quindi alle allergie stagionali, che sono sempre più largamente diffuse
nella popolazione. L'endocrinologia applicata ai dati di laboratorio è
in grado di spiegarci l'evoluzione delle malattie nella specie umana nel
tempo: sarebbe un tesoro farne conoscenza ed uso.
Luna piena: La dottrina omeopatica - Organon dell’arte del guarire.
Cristian Friedrich Samuel Hahnemann. La divina omeopatia e i divini strumenti.
Paragrafo 8
Non sapremmo concepire né dimostrare attraverso esperimenti come, dopo l'eliminazione di tutti i sintomi della malattia e dell'insieme delle manifestazioni percepibili, possa rimanere qualcosa che non sia la salute, e come le modificazioni patologiche, all'interno dell'organismo, possano non essere state soppresse.
Commento
Non è un paragrafo facile da capire, poichè è un'esperienza da provare. Il paragrafo andrebbe letto congiuntamente al precedente, ossia il 7, che esprime bene il concetto di malattia e totalità dei sintomi di malattia. Se gli stessi sintomi vengono rimossi da un rimedio omeopatico unico accuratamente scelto è ovvio che, essendo essi stessi la totalità della malattia, una volta rimossi possa rimanere soltanto un'altra totalità: ovvero la salute. Mentre la medicina tradizionale mirando ad una cura selettiva di una parte del corpo non potrà mai raggiungere uno stato di salute totale del malato, perchè vi sarà sempre una parte del corpo che soffre, ahimè.
Cristian Friedrich Samuel Hahnemann. La divina omeopatia e i divini strumenti.
Paragrafo 8
Non sapremmo concepire né dimostrare attraverso esperimenti come, dopo l'eliminazione di tutti i sintomi della malattia e dell'insieme delle manifestazioni percepibili, possa rimanere qualcosa che non sia la salute, e come le modificazioni patologiche, all'interno dell'organismo, possano non essere state soppresse.
Commento
Non è un paragrafo facile da capire, poichè è un'esperienza da provare. Il paragrafo andrebbe letto congiuntamente al precedente, ossia il 7, che esprime bene il concetto di malattia e totalità dei sintomi di malattia. Se gli stessi sintomi vengono rimossi da un rimedio omeopatico unico accuratamente scelto è ovvio che, essendo essi stessi la totalità della malattia, una volta rimossi possa rimanere soltanto un'altra totalità: ovvero la salute. Mentre la medicina tradizionale mirando ad una cura selettiva di una parte del corpo non potrà mai raggiungere uno stato di salute totale del malato, perchè vi sarà sempre una parte del corpo che soffre, ahimè.
Primo quarto - L'Endocrinologia sistemica - gli ormoni e i loro input.
L'analisi citologica di un nodulo tiroideo seppur estremamente semplice
nella tecnica di esecuzione, in quanto trattasi di aspirare un minimo
quantitativo di cellule, risulta assai articolata nella lettura del
referto. Al paziente interessa sempre e solo sapere, giustamente, che
l'alterazione in questione sia di origine benigna, tutte le altre
sfumature sono solo di grattacapo all'Endocrinologo. Per fortuna la
Natura ha deciso che nel 95 % dei casi la lesione sia benigna e solo un
restante 5 % non sia mai così dirimente. Il fatto di essere la patologia
nodulare quasi nella totalità dei casi di benignità rende ancora più
interessante la sfida per il medico che deve aguzzare la vista per
riconoscere al primo colpo il sospetto, anticipando così un'eventuale
evoluzione spiacevole dello stesso nodulo. Infine negli ultimi anni si è
deciso di dare una scala numerica ai referti, che mi trova d'accordo,
poichè sintetizzano in maniera semplice il commento descrittivo
cellulare, pressoché criptico agli occhi del malato e agevolando al
medico la spiegazione al paziente. La nomenclatura è così definita: Tir
1 Tir 1c, Tir 2, Tir 3a Tir 3b, Tir 4 e Tir 5: più il numero è alto,
meno è rassicurante l'esito. I sottotipi identificano casi particolari,
di cui parlerò nei prossimi post di Endocrinologia.
L'analisi citologica di un nodulo tiroideo seppur estremamente semplice
nella tecnica di esecuzione, in quanto trattasi di aspirare un minimo
quantitativo di cellule, risulta assai articolata nella lettura del
referto. Al paziente interessa sempre e solo sapere, giustamente, che
l'alterazione in questione sia di origine benigna, tutte le altre
sfumature sono solo di grattacapo all'Endocrinologo. Per fortuna la
Natura ha deciso che nel 95 % dei casi la lesione sia benigna e solo un
restante 5 % non sia mai così dirimente. Il fatto di essere la patologia
nodulare quasi nella totalità dei casi di benignità rende ancora più
interessante la sfida per il medico che deve aguzzare la vista per
riconoscere al primo colpo il sospetto, anticipando così un'eventuale
evoluzione spiacevole dello stesso nodulo. Infine negli ultimi anni si è
deciso di dare una scala numerica ai referti, che mi trova d'accordo,
poichè sintetizzano in maniera semplice il commento descrittivo
cellulare, pressoché criptico agli occhi del malato e agevolando al
medico la spiegazione al paziente. La nomenclatura è così definita: Tir
1 Tir 1c, Tir 2, Tir 3a Tir 3b, Tir 4 e Tir 5: più il numero è alto,
meno è rassicurante l'esito. I sottotipi identificano casi particolari,
di cui parlerò nei prossimi post di Endocrinologia.
Luna nuova: Filosofeggiare in medicina - I concetti astratti.
Ad un certo punto il cerchio si chiude. La partenza è stata il 20
Aprile, l'arrivo oggi 10 Giugno. Credo sia arrivato il momento di
tessere le fila. Rileggere con calma i singoli post della Luna Nuova e
riflettere sul loro significato. Solo una lettura attenta, svolta con
animo libero da inutili fatiche quotidane potrà cogliere la filosofia
del pensiero esposto. L'amore è al centro, la relazione medico-paziente
vi ruota intorno. Senza questi due elementi basilari non si progredisce,
il medico rimane immobile nel suo sapere e il malato si sente vuoto e
abbandonato. L'amore per il lavoro del medico, l'amore per la vita del
paziente costituiranno solido fondamento per la cura, che determinerà un
miglioramento del terreno individuale che quindi risulterà meno
aggredibile dalle malattie sia psiche che fisiche. Questi concetti mi
piacerebbe esprimerli attraverso la posa di un libro, la cui facile
lettura possa smuovere il senso critico di guarigione interiore. Non si
può continuare a ragionare in termini unicamente meccanicisti e
numerici, a volte, è necessario un cambiamento che può avvenire solo
toccando tasti, a cui non siamo abituati. Forse così facendo qualcosa
nel sistema potrebbe cambiare. Attingere dall'astratto per cambiare il
concreto, in altre parole, filosofeggiare in medicina. Grazie a voi.
Ad un certo punto il cerchio si chiude. La partenza è stata il 20
Aprile, l'arrivo oggi 10 Giugno. Credo sia arrivato il momento di
tessere le fila. Rileggere con calma i singoli post della Luna Nuova e
riflettere sul loro significato. Solo una lettura attenta, svolta con
animo libero da inutili fatiche quotidane potrà cogliere la filosofia
del pensiero esposto. L'amore è al centro, la relazione medico-paziente
vi ruota intorno. Senza questi due elementi basilari non si progredisce,
il medico rimane immobile nel suo sapere e il malato si sente vuoto e
abbandonato. L'amore per il lavoro del medico, l'amore per la vita del
paziente costituiranno solido fondamento per la cura, che determinerà un
miglioramento del terreno individuale che quindi risulterà meno
aggredibile dalle malattie sia psiche che fisiche. Questi concetti mi
piacerebbe esprimerli attraverso la posa di un libro, la cui facile
lettura possa smuovere il senso critico di guarigione interiore. Non si
può continuare a ragionare in termini unicamente meccanicisti e
numerici, a volte, è necessario un cambiamento che può avvenire solo
toccando tasti, a cui non siamo abituati. Forse così facendo qualcosa
nel sistema potrebbe cambiare. Attingere dall'astratto per cambiare il
concreto, in altre parole, filosofeggiare in medicina. Grazie a voi.
Ultimo quarto: I dati di laboratorio - Interpretazione biochimica
Le piastrine. Dopo aver illustrato il significato dei globuli bianchi e
dei globuli rossi è bene fare un cenno anche al numero piastrinico, che
non è meno importante. Dopotutto questi piccoli elementi si impegnano
affinché qualsiasi perdita ematica venga bloccata il prima possibile.
Fondamentale è avere un minimo numero di piastrine, non tante, almeno
50.000 per non rischiare ematomi spontanei, ma vi svelo un segreto più
interessante, mi piace più guardare se il numero delle piastrine sia più
alto piuttosto che basso. Infatti è molto più facile riscontrare un
aumento delle stesse, che un loro abbassamento. Questo perchè l'aumento
delle piastrine è soprattutto in relazione a carenze di ferro o a stati
infiammatori. Non di rado si può trovare valori bassi di sideremia, con
piastrine in realtà non aumentate. In questo caso la paziente non ha una
reale carenza marziale, semplicemente quel giorno aveva poco ferro
circolante, derivato da una scarsa assimilazione nei giorni precedenti o
dovuti ad una perdita di sangue, quale può essere il flusso mestruale.
Sinteticamente valori bassi di emoglobina, con piccolo volume
eritrocitario, associati a valori ai limiti superiori della norma del
numero piastrinico, indicherà con certezza una carenza marziale e la
paziente gioverà del trattamento con l'elemento ferroso. Viceversa
trovare bassi valori di ferro, con normali livelli di emoglobina e
numero piastrinico non aumentato, la terapia medica non darà il
risultato sperato, con probabili effetti collaterali. Ancora una volta
si evidenzia come si debba considerare il sistema nella sua totalità
prima di prescrivere qualsiasi terapia farmacologica, altrimenti
l'errore medico sarà dietro l'angolo.
Le piastrine. Dopo aver illustrato il significato dei globuli bianchi e
dei globuli rossi è bene fare un cenno anche al numero piastrinico, che
non è meno importante. Dopotutto questi piccoli elementi si impegnano
affinché qualsiasi perdita ematica venga bloccata il prima possibile.
Fondamentale è avere un minimo numero di piastrine, non tante, almeno
50.000 per non rischiare ematomi spontanei, ma vi svelo un segreto più
interessante, mi piace più guardare se il numero delle piastrine sia più
alto piuttosto che basso. Infatti è molto più facile riscontrare un
aumento delle stesse, che un loro abbassamento. Questo perchè l'aumento
delle piastrine è soprattutto in relazione a carenze di ferro o a stati
infiammatori. Non di rado si può trovare valori bassi di sideremia, con
piastrine in realtà non aumentate. In questo caso la paziente non ha una
reale carenza marziale, semplicemente quel giorno aveva poco ferro
circolante, derivato da una scarsa assimilazione nei giorni precedenti o
dovuti ad una perdita di sangue, quale può essere il flusso mestruale.
Sinteticamente valori bassi di emoglobina, con piccolo volume
eritrocitario, associati a valori ai limiti superiori della norma del
numero piastrinico, indicherà con certezza una carenza marziale e la
paziente gioverà del trattamento con l'elemento ferroso. Viceversa
trovare bassi valori di ferro, con normali livelli di emoglobina e
numero piastrinico non aumentato, la terapia medica non darà il
risultato sperato, con probabili effetti collaterali. Ancora una volta
si evidenzia come si debba considerare il sistema nella sua totalità
prima di prescrivere qualsiasi terapia farmacologica, altrimenti
l'errore medico sarà dietro l'angolo.