10 Ago VALUTAZIONE SULL’EFFICACIA E TOLLERABILITA’ DI DIFFERENTI DOSI DI GLUCOCORTICOIDI SOMMINISTRATI PER VIA ENDOVENOSA PER LA CURA DELL’ORBITOPATIA BASEDOWIANA
L’orbitopatia basedowiana è la più frequente manifestazione extratiroidea del morbo di Basedow; si manifesta in forme clinicamente rilevanti nel 50% circa dei pazienti e, nonostante i recenti progressi, la sua patogenesi rimane un enigma non completamente chiarito e il suo trattamento crea ancora molteplici difficoltà ai clinici. In rari casi è stata evidenziata anche in pazienti affetti da tiroidite cronica autoimmune o in soggetti eutiroidei, senza evidenza passata o recente di disfunzione tiroidea (Euthyroid Graves’ Disease). La malattia oculare, che generalmente si evidenzia entro 18 mesi dalla tireopatia e può precederla, seguirla o manifestarsi contestualmente ad essa, può presentarsi con diversi gradi di gravità, che spaziano da forme subcliniche, presenti nella maggior parte dei pazienti, a forme molto gravi ma fortunatamente rare che determinano un serio pericolo per la vista. Tuttavia, anche forme lievi di orbitopatia basedowiana compromettono in maniera significativa la qualità di vita dei pazienti e, nei casi più complicati, dopo trattamento specifico, circa un terzo dei pazienti non è soddisfatto dei risultati ottenuti. Per questa ragione numerosi studi sono volti a comprendere a fondo i meccanismi etiopatogenetici della malattia, per individuare possibili target terapeutici, che consentano di mettere a punto terapie mirate ed efficaci sia per le forme di entità lieve-moderata, che per le forme più gravi. In questa tesi sono state valutate l’efficacia e la tollerabilità di differenti dosi di glucocorticoidi somministrate per via endovenosa per la cura delle forme di orbitopatia basedowiana medio-gravi. Poiché è stata dimostrato che i migliori risultati nel trattamento della malattia oculare si ottengono quando essa è in fase acuta e non si sono ancora instaurati esiti fibrotici, sono stati arruolati solo pazienti nei quali la durata dei sintomi suggestivi per orbitopatia non fosse superiore a 18 mesi. Inoltre, i pazienti, considerata l’influenza negativa della disfunzione tiroidea sul quadro oculare, dovevano presentare una condizione stabile di eutiroidismo, spontaneo o ottenuto con antitiroidei di sintesi o con terapia sostitutiva con levotiroxina. La casistica comprende 15 pazienti, tutti affetti da morbo di Basedow. Come atteso, prevale il sesso femminile (80%): questo dato epidemiologico deriva dal fatto che le tireopatie autoimmuni sono nettamente preponderanti nel sesso femminile. Uno dei più importanti fattori di rischio per l’insorgenza e il peggioramento dell’orbitopatia è l’abitudine tabagica, che è stata indagata nei soggetti esaminati. Il confronto dei risultati clinici non ha mostrato differenze significative tra fumatori e non fumatori nei casi esaminati e ha consentito di escludere l’influenza dell’abitudine tabagica sugli esiti clinici finali. I dati raccolti in questa tesi suggeriscono che l’uso di glucocorticoidi e.v. sulle manifestazioni infiammatorie oculari è inficiato da dosaggi ridotti. A fronte di dosi intermedie (5 gr di metilprednisolone) rileviamo una riduzione dell’attività di malattia: tuttavia, è necessario un dosaggio di almeno 7.5 gr di metilprednisolone affinché la riduzione si presenti costante e si abbia un beneficio anche in termini di motilità oculare.
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Emanuele Dott. Compri